Guerriglia in Parlamento, intervengono i questori
Quello del commesso parlamentare non dev’essere più un mestiere facile, assomiglia sempre di più a quello del buttafuori delle discoteche. Uno di loro si è addirittura beccato un morso sul braccio dalla deputata a 5 Stelle Silvia Benedetti. Si sbandiera il diritto ad ogni cosa, anche ad azzannare, ma è ugualmente arrivato l’esposto dei questori su 40 deputati.
Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale. O a Montecitorio. Le scimmie urlatrici ci sono anche lì e il 29 e il 30 gennaio hanno dato il meglio di sé in occasione della votazione sul decreto Imu-Bankitalia. Stefano Dambrouso (Scelta Civica), nel proteggere la Presidente Boldrini – così ha dichiarato – ha colpito al volto con un destro Loredana Lupo (M5S). Non c’è KO ma gli scontri continuano: Silvia Benedetti (M5S) morde un braccio a un assistente parlamentare che le impediva di sedersi sui banchi dell’aula, sui quali riesce invece a salire in piedi Rampelli (Fratelli d’Italia) esponendo il tricolore, che tra le sue mani prende il posto di un cartello con su scritto “Corrotti”. Tra la telecronaca di un incontro di pugilato e il racconto di un’occupazione liceale si pone questa giornata in Parlamento che trasuda anarchia. A guardare le scene di quei momenti si notano persona che vestono i panni troppo grandi di rappresentanti del popolo, un popolo che per fortuna non è tutto così. Gli animi si sono accesi per via della ghigliottina pronta a cadere sul decreto Bankitalia, al suo ultimo giorno utile per essere tramutato in legge.
L’opposizione è legittima, sebbene sia cominciata in casa 5 Stelle con i soliti slogan a effetto e inesatti che gridavano di 7,5 miliardi regalati alle banche. Non è esattamente così ma non è neanche questo l’unico nodo della questione: seppure si avesse ragione da vendere, seppure la “ghigliottina” fosse strumento non democratico, è lecito rispondere ad essa in maniera altrettanto anti democratica? Così si finisce nel campo del “vale tutto” e francamente almeno questa degenerazione potremmo evitarcela.
Sull’episodio in questione il giudizio però sta arrivando. I deputati Questori della Camera Paolo Fontanelli (Pd) e Gregorio Fontana (Forza Italia) hanno presentato all’ufficio di presidenza la loro relazione sui fatti. Dall’analisi degli episodi, si legge nel documento, emerge «come numerosi parlamentari» prevalentemente del Movimento 5 Stelle «abbiano adottato comportamenti che, esulando da ogni forma legittima di ostruzionismo o di contestazione, sono stati finalizzati ad ostacolare materialmente, vale a dire attraverso forme fisiche di impedimento, il funzionamento degli organi parlamentari e a precludere ad altri deputati la possibilità di esercitare le proprie funzioni». Per i relatori si tratta di un fenomeno di eccezionale gravità. Il gesto di Dambruoso per i questori è stato estraneo alla funzione da lui ricoperta. Particolarmente grave è stato poi ritenuto il comportamento del pentastellato Alessandro Di Battista, accusato di aver impedito al collega piddino Roberto Speranza di rilasciare un’intervista. I deputati coinvolti sono 40 e saranno valutati singolarmente nei prossimi giorni sotto il profilo disciplinare in base all’articolo 60 del Regolamento, che prevede la censura con interdizione dal partecipare ai lavori parlamentari per un periodo tra i due e i 15 giorni. E al ritorno bisogna presentare la nota firmata dai genitori, sperando che abbiano chiaro che certi comportamenti non sono ammessi in nessun caso e per nessuna ragione, non per inciucio di maggioranza ma per rispetto e democrazia.