Al Teatro Argentina La Bisbetica domata di Končalovskij
Dall’11 febbraio al 2 marzo al Teatro Argentina di Roma
LA BISBETICA DOMATA di William Shakespeare
viene trasportata sulla scena negli anni ’20
dalla prima regia italiana di Andrej Končalovskij
con Mascia Musy e Federico Vanni
in un costante gioco teatrale tra equivoci, travestimenti, esilaranti battibecchi,
paillettes del varietà e ispirazioni felliniane a passo di charleston
per una riflessione sulla natura femminile e sul ruolo sociale attribuito alle donne.
Una coproduzione Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia,
Teatro Stabile di Genova, Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Teatro Stabile di Napoli
È nell’Italia fascista degli anni Venti che si avvia verso la dittatura, che LA BISBETICA DOMATA di Andrej Končalovskij rinnova la vicenda amorosa tra Petruccio e Caterina, trasformandola in una vivace interpretazione “all’italiana” con caratteri e ritmi vistosi della Commedia dell’Arte, non priva di riferimenti felliniani su sfondi che ricordano De Chirico. Dopo l’anteprima estiva al Festival di Napoli, giunge sul palcoscenico del Teatro Argentina dall’11 febbraio al 2 marzo, la prima regia teatrale dell’artista russo, famoso soprattutto per le regie cinematografiche di A trenta secondi dalla fine e Tango & Cash. L’esordio teatrale italiano di Končalovskij offre un vivaio farsesco di perfidia e ironia nella lettura della commedia giovanile di William Shakespeare, valorizzata nell’ambientazione padovana, dove anche il trucco e i cambi d’abito si svolgono a vista, e concentrata sulla dimensione del gioco teatrale, in cui si moltiplicano le citazioni e gli ammiccamenti per una riflessione sul tema delle convenzioni sociali e dei matrimoni combinati per interesse. Districandosi tra un’antologia di colori e vitalità dal ritmo serrato e dai continui colpi di scena, l’amore e il matrimonio si manifestano quali protagonisti della complessa natura femminile e complici-avversari nel ruolo sociale attribuito alle donne. Prova della loro sottomissione e della loro ossequiosità nei confronti dei mariti, diventeranno lo strumento sociale che cela al suo interno il dramma delle unioni familiari sottoposte agli interessi economici.
Con la presenza di un affiatato cast d’attori guidato nei ruoli protagonisti da Mascia Musy e Federico Vanni, la bisbetica sarà conquistata e sottomessa all’ordine gerarchico di una società dichiaratamente maschilista. Nota per il suo carattere scontroso ma sincero, Caterina è la bisbetica, sorella maggiore di Bianca, solo apparentemente obbediente e remissiva. Le due sorelle sono cresciute entrambe nella casa del nobiluomo Battista che dispone delle proprie figlie (da maritare) come merce da vendere al migliore offerente. Le storie sentimentali delle due donne si intrecceranno alle convenzioni sociali che impongono che l’intrattabile Caterina debba sposarsi per prima, essendo la maggiore delle sorelle, ma la scontrosa ragazza non ha corteggiatori, a differenza della minore, contesa da molti uomini. Il padre, dunque, decide di allontanare Bianca dalla società finché Caterina non sarà sposata. Ciò fa sì che Gremio ed Ortensio, i più motivati corteggiatori di Bianca, nonostante siano rivali in amore, scelgano di allearsi per trovare marito a Caterina e risolvere la situazione. Quando il veronese Petruccio giunge a Padova in cerca di moglie, i due gli parlano della dote della ragazza e questi decide immediatamente di volerla sposare. Una serie di equivoci, colpi di scena, travestimenti e scoppiettanti battibecchi in un costante gioco tra finzione e realtà, porteranno la reticente Caterina a essere domata dall’astuto Petruccio, trasformandosi da bisbetica a moglie devota, cordiale e sottomessa all’autorità maschile, investito nel ruolo sociale di uomo e marito superiore.
«Potrei fare tutto Shakespeare perché è la vita stessa, una combinazione fantastica di terra e cielo, volgarità e poesia. I suoi personaggi sono più grandi della vita e hanno quel tocco di follia e assurdità che li rende più interessanti – queste le parole usate da Končalovskij per raccontare della messinscena di una delle commedie più divertenti e briose di Shakespeare – Ho scelto La bisbetica perché, per la mia prima regia italiana, volevo un’opera italiana. Questa commedia rappresenta il vostro paese molto più di Romeo e Giulietta. È ambientata a Padova, i personaggi sono tutti italiani, e c’è anche la commedia dell’arte, pur se scritta da Shakespeare. L’ambientazione evocherà l’Italia degli anni Venti, con una scenografia più proiettata che costruita, le cui atmosfere strizzeranno l’occhio a Fellini. La bisbetica – conclude il regista – sarà frutto di improvvisazione e coraggio, le doti che occorrono per reagire alla vita e al destino. Ogni spettacolo è un viaggio nell’oscurità che con la lingua, le scene, la personalità del regista e degli attori diventa luce».
In patria come sui palcoscenici internazionali, Končalovskij (Mosca, 1937) – fratello maggiore di Nikita Michalkov – è noto per le sue messe in scena di spettacoli quali Il gabbiano di Cechov a Parigi (1987), Re Lear a Varsavia (2006) e Zio Vanya a Mosca (2009). Sceneggiatore di due capolavori di Andrej Tarkovskij come L’infanzia di Ivan e Andrej Rublëv, è anche regista di film interpretati da Kurt Russel, Isabella Rossellini, Sylvester Stallone, Nastassja Kinski.
La bisbetica domata, nella versione italiana di Masolino d’Amico e con l’adattamento dello stesso Končalovskij, è una coproduzione Teatro Stabile di Genova, Teatro Stabile di Napoli e Teatro Metastasio Stabile della Toscana, con la collaborazione di Napoli Teatro Festival Italia. I due ruoli principali sono sostenuti da Mascia Musy (Caterina) e Federico Vanni (Petruccio), affiancati da Roberto Alinghieri (Vincenzo, padre di Lucenzio), Giuseppe Bisogno (Servo di Battista – Una guardia – Curzio), Adriano Braidotti (Tranio, servo di Lucenzio), Vittorio Ciorcalo (Battista Minola), Carlo Di Maio (Ortensio – Nataniele), Flavio Furno (Lucenzio), Selene Gandini (Bianca), Antonio Gargiulo (Biondello, servo di Lucenzio – Filippo), Francesco Migliaccio (Un pedante – Pietro), Giuseppe Rispoli (Gremio – Giuseppe – Un sarto), Roberto Serpi (Grumio, servo di Petruccio – Seconda guardia), Cecilia Vecchio (Una vedova – Zuccherina). Le scene sono firmate da Andrej Konchalovskij con la collaborazione di Marta Crisolini Malatesta, costumi di Zaira de Vincentiis, coreografia di Ramune Chodorkaite e luci di Sandro Sussi.
LA BISBETICA DOMATA
11 febbraio | 2 marzo .14 Teatro Argentina
di William Shakespeare
regia Andrej Konchalovskij
traduzione Masolino D’Amico
con Mascia Musy, Federico Vanni
Roberto Alinghieri, Giuseppe Bisogno, Adriano Braidotti, Vittorio Ciorcalo, Carlo Di Maio, Flavio Furno,
Selene Gandini, Antonio Gargiulo, Francesco Migliaccio, Giuseppe Rispoli, Roberto Serpi, Cecilia Vecchio
Una coproduzione Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia,
Teatro Stabile di Genova, Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Teatro Stabile di Napoli
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Durata spettacolo: 2h e 30′