30 anni dopo sarà Italia-Gran Bretagna
L’Italia ha sfruttato al meglio l’assenza di Del Potro e condotta da un Fognini sempre più leader ha battuto l’Argentina in trasferta. Gli azzurri troveranno nei quarti la Gran Bretagna, capace di eliminare a sorpresa gli USA. Davis sempre più legata a fattori motivazionali, ormai prevalenti rispetto alla effettiva caratura tennistica dei paesi in gara.
Fabio Fognini era chiamato ad una prova di maturità dopo l’ottimo Australian Open e non ha tradito le attese. Era dal 1979 che un azzurro non conquistava tre punti in trasferta, a riuscirci fu, in Polonia, proprio l’attuale capitano Corrado Barazzutti. Opposto a Juan Monaco in palese crisi se non in declino ed a Carlos Berlocq, volenteroso ma tecnicamente limitato, il ligure ha messo in campo il peso del suo tennis e della sua classifica, malgrado la lenta terra sudamericana restituisse rimbalzi altissimi portando a scambi interminabili.
Fognini ha anche vinto con Bolelli il doppio di sabato, quattro ore di partita che hanno spostato in maniera determinante la bilancia della qualificazione dalla parte italiana. Confortante la prova di Simone, tornato all’attività agonistica dopo l’infortunio che lo aveva tenuto lontano dal circuito negli ultimi sei mesi. Unica nota stonata la prestazione di Seppi, crollato alla distanza contro Berlocq: tre game racimolati negli ultimi tre set sono un dato preoccupante, anche in prospettiva. {ads1} Tutti si aspettavano di trovare ad aprile gli Stati Uniti, gli incontri di San Diego avrebbero dovuto essere a prova di sorprese. Ed invece ha vinto la Gran Bretagna, poiché venerdì James Ward, 156 ATP, conosciuto per una semifinale al Queen’s nel 2011, ma a digiuno di terra battuta, ha incredibilmente battuto Sam Querrey. Il gigante americano conduceva due set ad uno ed un break sopra, ma di lì ha visto spegnersi la luce ed ha ceduto 6-1 al quinto. Andy Murray ha fatto valere il peso della classe malgrado la superficie avversa, portando a casa i suoi due singolari e completando la disfatta USA.
Sarà dunque Italia-Gran Bretagna, dal 4 al 6 aprile in casa, poiché l’ultima volta, nel 1984, si giocò a Telford, commiato in azzurro di Corrado Barazzutti. Tornando ancora indietro, memorabile fu la trasferta del 1976, viatico verso l’unico successo italiano in Coppa. Sul campo uno di Wimbledon, Zugarelli schierato a sorpresa battè Taylor, tre volte semifinalista nei Championships.
Stavolta si giocherà su terra, Murray dovrebbe vincere i suoi due punti anche se quello con Fognini non appare scontato. Ward non sembra attrezzato per un secondo miracolo, né lo è l’alternativa Daniel Evans, 147 del mondo grazie a due finali challenger sul cemento la scorsa estate. Quanto al doppio, lo hanno giocato per la prima volta assieme Dominic Inglot e Colin Fleming, posizionati intorno al n.30 delle classifiche di specialità. Hanno tolto un set ai Bryan, dovranno dunque essere affrontati con cautela.
E’ stato un primo turno caratterizzato dalla doppia sfida tra i quattro storici depositari del gioco, Francia-Australia oltre a GranBretagna-USA, ma soprattutto dalle numerose assenze. Tra la stanchezza per il primo Slam, le condizioni precarie di alcuni, le liti con le proprie federazioni di altri, sono mancati Nadal, Ferrer, Djokovic, Del Potro e Raonic. Federer si è aggregato all’ultimo momento (e ieri ha confermato la propria presenza nei quarti), Berdych ha giocato ma nelle dichiarazioni post-gara si è defilato in vista del Giappone. Spagna e Serbia sono già fuori, tabellone alla mano questo potrebbe essere l’anno della Svizzera o magari della Francia, a occhio questa sembra essere la finale più probabile
Insomma, chi ci tiene maggiormente è avvantaggiato, ma la definizione “Mondiale a squadre” stona ormai decisamente nello sport più individuale che esista.