Sissy boy al Teatro Lo Spazio

sissy-boy-al-teatro-lo-spazio-L-FX61FbIn un ambiente raccolto e familiare, dove tutti salutano tutti con baci e abbracci, dove addetti ai lavori cercano di sistemare le ultime sedie rimaste qua e là per far sedere gli ultimi arrivati, dopo l’evidente frenesia che precede una prima, comincia lo spettacolo Sissy Boy al Teatro Lo Spazio.

Un uomo, in questo caso l’attore Galliano Mariani, si trova da solo sul palco a raccontare una storia, nello spettacolo la sua storia; raccontando e rivivendo le tappe della propria vita in una tragica, ma pur sempre comica conferenza. La recitazione è intervallata e accompagnata da alcune foto che scorrono su uno schermo che si trova alla destra del palco. Se vi doveste trovare per pura casualità, dato che i posti non sono assegnati, dietro la colonna portante della struttura, vi troverete, come me, a dondolare come un vecchietto che da un momento all’altro potrebbe cadere dalla sedia. Il signor S.B., da bambino ha subito una terapia correttiva a causa del suo comportamento effeminato, del suo amore per le Barbie e per l’ammirazione per Maga Maghella. Sin dalla tenera età, infatti, combatte per riappropriarsi dei propri desideri e della propria personalità. Una battaglia che lo accompagnerà per tutta la vita.

Il testo è liberamente ispirato alla vera storia di Kirk Andrew Murphy, il quale nel 1974 fu sottoposto a un esperimento condotto dallo psicologo George Rekers dell’Università di Los Angeles. Tale esperimento era volto a correggere i comportamenti effeminati nei bambini maschi che potevano essere corretti con 18-22 mesi di terapia settimanale durante l’infanzia e l’adolescenza, prevenendo così la loro eventuale omosessualità. La repressione e il soffocamento dei desideri sono i temi centrali dello spettacolo, riadattati naturalmente in una versione italiana. L’ironia e la maestria della recitazione di Mariani riescono a narrare una storia drammatica in maniera efficace ed emozionante. Appena finita la “conferenza” tutto il pubblico è indotto a riflettere, a prescindere dalla sua natura sessuale, se nella propria vita c’è stato un “George Rekers”, qualcuno che ci ha tarpato le ali, magari qualcuno che ha cancellato i nostri desideri, i nostri sogni, i nostri istinti facendoli precipitare in un pozzo nero. È difficile tornare a essere se stessi, quando se stessi non lo si è mai stati o lo si è stati per poco tempo.

 

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