Perchè il Giorno della Memoria?
Il 31 luglio 2000 sulla Gazzetta Ufficiale n. 177 viene pubblicata la Legge 20 luglio 2000 n. 211.
“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione,
la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. Inoltre la Legge prevede che a questo proposito vengano organizzate “cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.
L’esigenza di introdurre una data apposita per ricordare, nasce proprio dal fatto di combattere la tendenza a non voler ricordare quei fatti drammatici perché non si diffondano i tentativi di revisionismo storico, tendenti a negare dei fatti ampiamente documentati, come la Shoah.
Le intenzioni del Giorno della Memoria erano e sono fondate sulla costruzione di una sensibilità fondata sul rapporto con il passato. Il vero punto cruciale però di questa iniziativa, non è soltanto quello di innescare il ricordo fine a se stesso o semplicemente non dimenticare eventi drammatici, ma è capire se l’esperienza e la conoscenza di questi avvenimenti storici penetri nei modi di essere e di fare delle mentalità moderne e se le iniziative e gli incontri riescano davvero a creare un’empatia storica. Infatti la capacità di una coscienza critica legata al sentimento può maturare solo e soltanto nel momento in cui ci sentiamo realmente parte integrante della storia, non da semplice pubblico, ma come persone in grado di percepire sensazioni forti che riescano a scuoterci dentro.
A Roma il primo incontro istituzionale è previsto per le ore 9 di questa mattina all’Auditorium Parco della Musica, nella Sala Petrassi, dove il ministro dell’integrazione Cécile Kyenge, il sindaco Ignazio Marino, l’assessore capitolino alla Scuola, Alessandra Cattoi, partecipano all’incontro con gli studenti delle scuole superiori romane. Protagoniste della manifestazione all’Auditorium saranno le voci di Piero Terracina e Sami Modiano, sopravvissuti ai campi di concentramento. Al termine dell’incontro verrà proiettato il film documentario del giornalista Rai, Roberto Olla, L’amore dopo la tempesta, realizzato durante il viaggio della memoria 2013. Tra le iniziative proposte nel pomeriggio, alle 16 nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, si proietta il film L’oro rende liberi(Oro macht frei), sulla storia degli ebrei romani e le persecuzioni anti-ebraiche in Italia. L’iniziativa è organizzata Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti – Sez. Roma con il patrocinio di Roma Capitale e dell’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane). Ingresso libero fino ad esaurimento posti. La sera, alle 20.30, l’Auditorium Parco della Musica invita al concerto I violini della speranza, organizzato dall’Ucei. Da quasi vent’anni il liutaio Amnon Weinstein si dedica al recupero di violini appartenuti a musicisti ebrei sterminati nei campi di concentramento. Dodici di questi violini, sopravvissuti e restaurati da Weinstein, suoneranno di nuovo nel concerto diretto da Yoel Levi. Ricordiamoci che dalla memoria, rinasce il domani.