Ménage à trois: Ucraina, Russia e Ue
Le proteste in Ucraina nei confronti del governo, iniziate a causa della decisione di Yanukovych di rinunciare ad un accordo di associazione con l’Unione Europea, approfondendo, invece, i legami con la Russia, vanno ormai avanti da due mesi. Nell’ultima settimana la situazione sembra divenuta insostenibile e, per di più, le speranze di trovare un accordo si sono ulteriormente affievolite quando, martedì scorso, il presidente ucraino ha rifiutato di incontrare alcuni componenti dell’opposizione.
Il leader delle proteste, Vitali Klitschko, che si aspettava un faccia a faccia con Yanukovych , invece, è stato ricevuto solo dai suoi collaboratori, ha così commentato: «Il centro della città di Kiev è in fiamme da due giorni. Il presidente sta seduto a due isolati di distanza e non ascolta».
I manifestanti anti-governativi hanno sferrato i loro attacchi muniti di sassi e bottiglie incendiarie. La polizia ucraina ha contrattaccato con lacrimogeni, sfondando le barricate.
Il coordinatore del centro medico dei contestatori, Oleg Musiy, afferma: «Sono cinque i manifestanti dell’opposizione uccisi oggi a Kiev negli scontri con la polizia». Il numero delle persone ferite sale a 300.
Ma perché tanta complicità tra Russia e Ucraina? Lo scorso mese l’Ucraina è stata salvata dalla bancarotta da un prestito della Russia di quindici miliardi di dollari, accompagnato da sconti sull’import di gas, permettendo a Yanukovich una certa stabilità in ambito finanziario fino alle elezioni del 2015.
Come se la situazione non fosse già complicata, domenica scorsa, una manifestazione pacifica contro un insieme di leggi che comprende anche un inasprimento delle pene per la partecipazione a manifestazioni non autorizzate, si è trasformata in una vera tragedia: un gruppo, armato di bastoni e con il volto coperto, ha attaccato la polizia posizionata davanti al parlamento.
Yanukovich ha espresso il proprio rammarico per tutte queste vittime, attribuendone la colpa agli “estremisti politici”. Il 28 gennaio il parlamento ucraino si riunirà in seduta straordinaria per discutere dell’abrogazione delle leggi anti-protesta che hanno suscitato tanto scalpore ma soprattutto, delle possibili dimissioni del governo.
In una nota il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, sottolinea come: «Alla luce della violenta escalation degli eventi, l’Ue debba rafforzare gli sforzi a sostegno della soluzione della crisi politica». Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, ritiene addirittura possibili sanzioni internazionali contro l’Ucraina.
Al contrario, la Russia non sembra intenzionata ad intervenire, mostrando fiducia verso le autorità ucraine. Dmitri Peskov, portavoce del presidente russo, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano Komsomolskaia Pravda: «Noi non pensiamo di avere il diritto di intervenire nelle questioni interne dell’Ucraina, in qualche modo. È assolutamente inaccettabile per noi effettuare ingerenze negli affari interni di un altro Paese». E ancora: «Non riusciamo a comprendere gli ambasciatori dei Paesi stranieri che lavorano a Kiev che dicono cosa fare alle autorità ucraine».
Il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, ha definito “vergognoso” il sostegno che i governi europei offrono all’opposizione e afferma: «La situazione sta sfuggendo di mano”.
Nel frattempo un sms è comparso sul cellulare di numerosi manifestanti a cui le compagnie telefoniche affermano di essere del tutto estranee: «Caro iscritto, sei registrato come partecipante a una sommossa di piazza».