La locanda dei girasoli, “diversamente” qualità
In Italia ad oggi le persone con la Sindrome di Down sono circa quarantamila e l’AIPD ci informa che mediamente un bambino su 1200 nasce con queste caratteristiche. Ben lontani dai tempi in cui un medico inglese ne descrisse le peculiarità per la prima volta, in epoca moderna si è sempre più propensi ad affermare che questa condizione genetica non venga considerata una malattia mauna maniera di essere, forte di un cromosoma in più.
Ma in una società che si trasforma ad intermittenza e rincorre affannosamente l’abbattimento dei costi sul lavoro, che vira continuamente in direzione della velocità di produzione per conto di un avversario sempre in agguato, la competitività, c’è un pezzo di mondo che si colloca sempre marginalmente. Le problematiche che ruotano intorno all’istruzione e la definizione che viene attribuita allo sprint professionale sembrano essere ad oggi le ragioni più probabili della piccola percentuale di persone down che riescono ad inserirsi in ambiti professionali con regolari contratti.
Eppure qualcosa si muove, seppure timidamente soprattutto da quando nel 2002 l’Associazione Italiana di Persone Down ha creato l’Osservatorio sul mondo del lavoro. L’obiettivo è diffondere su grande scala le normative lavorative che riguardano le persone diversamente abili e informare le aziende che tali assunzioni devono considerarsi ovvie.
Ma a Roma, poco prima del nuovo millennio un gruppo di genitori con figli down non ha voluto attendere il lento risveglio della società. Così, unendo le forze di una vita, hanno dato vita ad un ristorante con l’obiettivo di inserire ed integrare i loro figli nel tessuto lavorativo.
Si chiama La locanda dei girasoli, un delizioso ristorante nella zona sud-est della capitale, dove convergono traffico, negozi, grandi centri e aziende. Si trova in una via nascosta, discreta e si racconta attraverso i suoi tanti volti professionali. E’ un concentrato di colori accoglienti e cucina ricercatissima, attenta al dettaglio e incline ad ogni richiesta. Un piccolo mondo gastronomico insomma che si avvale di una forza lavoro insieme ad un supporto manageriale d’eccezione ovvero il Consorzio sintesi in grado di produrre meraviglie.
I ragazzi con Sindrome di Down che ci lavorano contribuiscono a ricreare in sala quell’atmosfera colloquiale e sopraffina che fanno della locanda un ristorante di altissima qualità, finalmente.