Krokodil, la droga che mangia la pelle

“Non voglio farlo, ma devo” dice il protagonista del nuovo film di Domiziano Cristopharo, in uscita nelle nostre sale il 23 gennaio per Distribuzione Indipendente, dal titolo Red Krokodil, che racconta la storia di un uomo dipendente dal Krokodil, una delle droghe sintetiche più pericolose e distruttive in commercio.

In Italia per fortuna ancora non sembra sia diffusa, anche se un articolo uscito su “Panorama” a marzo 2013 dava il massimo allerta anche in Italia per la droga killer, lanciando l’allarme diffusione di un fenomeno che è particolarmente presente in Russia (circa 5 milioni di consumatori) e “Le Iene” nel marzo del 2013 fecero un servizio sugli effetti di questa droga devastante che mangia la pelle. Ora il regista Domiziano Christopharo ha deciso di affrontare questo tema in un film, aggiungendo “Red” alla parola “Krokodil” proprio per sottolineare che è un fenomeno legato prevalentemente alla Russia. Protagonista del film un non attore, ex tossicodipendente e ora modello, Brock Madson, che si ritrova solo in una città post nucleare simile a Chernobyl, preda della propria autodistruzione. “Brock si è messo totalmente in gioco, non è stato facile per lui rivivere un’esperienza che aveva chiuso in un cassetto”, dice il regista che ha filmato il disfacimento provocato dalla massiccia assunzione di droga seguito dal disfacimento interiore.

Ma che cos’è il Krokodil? È una droga che si può fabbricare in casa, con medicinali che si trovano tranquillamente in farmacia, costa poco e ha un effetto molto più forte dell’eroina, e mangia letteralmente il corpo umano come un coccodrillo.
“Il film è una metafora della distruzione”, dice il regista che ha cercato di risparmiarci nel mostrare gli effetti devastanti che provoca questa droga sul corpo (come le amputazioni), nonostante questo però certe immagini risultano piuttosto forti se non disgustose (la censura lo ha vietato ai minori di 14 anni) ed è consigliato solo alle persone particolarmente dure di stomaco. Sicuramente è interessante la visione mistica che il regista con sensibilità ha saputo infondere alla storia, scegliendo il rimando ad alcuni riferimenti pittorici come il Cristo morto del Mantegna o L’incubo di Füssli, e cinematografici come Teorema di Pasolini, l’uso dello specchio e dello sdoppiamento, e lo stile essenziale del film.
“È un film negativo, che però lancia un messaggio positivo: se hai una buona giornata sta a te viverla!”, dice il regista, che poi conclude: “La realtà a volte è più forte della fantasia”. Verissimo, ma allora facciamo largo alla fantasia perché se la realtà è questa, è difficile poi viversi bene una giornata!

 

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