Cina, ostetrica vendeva neonati
È di una settimana fa circa e viene dalla Cina la notizia di un’ostetrica cinese che è stata riconosciuta colpevole di rapimento di neonati, secondo un verdetto emanato dal tribunale che l’avrebbe condannata alla pena di morte sospesa, condanna che viene commutata con il carcere a vita.
Zhang Suxia, questo il nome della donna, avrebbe venduto sette neonati ad alcuni trafficanti. La notizia della condanna arriva direttamente dalla provincia nordoccidentale cinese dello Shaanxi.
Zhang Suxia è stata condannata per aver rapito e venduto sette neonati, così come ha comunicato la corte di giustizia della città di Weinan. Nella maggior parte dei casi, la dottoressa, ostetrica nell’ospedale in cui lavorava, avrebbe preso i neonati convincendo i genitori che i piccoli erano molto malati o, addirittura, già morti. La donna poi li vendeva ai trafficanti, dividendo il prezzo tra femmine e maschi: per le femmine a 20.000 yuan (2.400 euro circa) e i maschi per 47.000 yuan (5.650 euro).
Sei bambini sono stati salvati dalla polizia. Ma non è tutto: ad aprile, un settimo bambino è morto dopo essere stato abbandonato volontariamente dai suoi genitori e venduto da Zhang per mille yuan. Dopo le indagini della polizia, gli altri sei bambini sono stati riconsegnati alle loro famiglie. Un altro tribunale di Weinan, la scorsa settimana, ha processato quattro funzionari, tra cui il primario dell’ospedale, per «grave negligenza del dovere» che ha consentito a Zhang di vendere i neonati. Come riferiscono i media di Stato, a seguito dello scandalo, tre alti funzionari e diversi altri membri del personale ospedaliero sono stati licenziati. Nonostante una serie di azioni di repressione da parte della polizia negli ultimi anni, nel Paese il traffico di minori resta un problema. Generalmente, in Cina, la condanna a morte con sospensione della pena è commutata in una sentenza fino a 25 anni di prigione o all’ergastolo, in relazione alla condotta in carcere del condannato.