L’Esercito nella Terra dei Fuochi

fuochi1Nella Terra dei Fuochi, ormai tristemente nota a tutta l’Italia, gli animi e le reazioni di giorno in giorno si fanno letteralmente più bollenti. Le difficoltà che ad oggi gli abitanti di queste terre scellerate sono costrette ad affrontare, sia da un punto di vista sociale, di salute ed economico, si scontrano molto spesso con il silenzio delle istituzioni, incapaci di dare una risposta concreta al problema.

 L’aiuto tanto sperato dal Governo è finalmente arrivato e si presenta sotto forma di un decreto, della Terra dei Fuochi appunto, che giunge a Montecitorio dopo un inter legislativo complesso e discusso a lungo in Commissione ambiente.
«Il Governo dà così parere favorevole all’impiego dell’esercito in Campania, per contrastare più efficacemente il fenomeno delle ecomafie nella zona al confine tra Napoli e Caserta». Lo ha annunciato ieri il sottosegretario di Stato alla Difesa, Gioacchino Alfano, commentando le modifiche al testo del decreto. «Una volta tanto – prosegue ancora Alfano – le forze politiche sotto state tutte d’accordo, ad eccezione del Movimento 5 stelle, ad offrire soluzioni concrete per risolvere un problema specifico>>. Quello che è accaduto sulla Terra dei Fuochi, commenta il sottosegretario Alfano e coordinatore in Campania di Nuovo Centrodestra, è il classico esempio di come far politica, non a suon di polemiche e cercando di denigrare l’avversario, ma mettendo a disposizione lo strumento legislativo migliore per risolvere l’emergenza».

Intanto l’attività dell’ individuazione dei veleni interrati dal clan dei Casalesi in quelle terre prosegue. Continuano infatti ad emergere rifiuti speciali e urbani dal sottosuolo di Villa di Briano (Caserta), vicino alla strada statale 7 bis Nola-Villa Literno dove, da ieri, sono in corso scavi ordinati dai magistrati della DDA di Napoli sulla base di dichiarazioni rese da ex affiliati al clan, ora collaboratori di giustizia.
Al momento, però, i fusti tossici interrati, indicati agli inquirenti da Roberto Vargas e Francesco Della Corte, gli ex fedelissimi di Nicola Schiavone, primogenito del capoclan Francesco Sandokan Schiavone, attualmente in carcere come il padre, non sono stati rinvenuti.
Lo stato di gravità e di emergenza è ormai constatato. Non resta che dare soluzioni concrete ad un’intera Nazione, ad uno specifico territorio e soprattutto ad una popolazione, quella della Terra dei Fuochi, martoriata dai soprusi della malavita organizzata e dall’indifferenza ripetuta e dalla negligenza consapevole delle istituzioni.

 

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