Intervista esclusiva a Claudia Ferrè

claudia ferrè 1Dietro dei grandi atleti ci sono sempre dei grandi allenatori. Questa affermazione vale per qualsiasi sport e i fatti parlano chiaro. Nelle nostre Nazionali azzurre vige la stessa “regola”. Claudia Ferrè, allenatrice di ginnastica artistica femminile, ci ha raccontato cosa si nasconde dietro le quinte di una palestra, cosa vuol dire essere allenatori, e cosa significa avere tante allieve tutte diverse.

Allenatrice della Gal Lissone, palestra in cui è nata anche come ginnasta, Claudia ha insegnato anche al centro tecnico federale di Milano insieme a Paolo Bucci ed è la colonna portante della squadra azzurra per le competizioni nazionali e internazionali.
In molti la conoscono per il reality show “Ginnaste – vite parallele” che si è svolto su Mtv dove la si vedeva allenare ginnaste quali, per citarne solo alcune, Carlotta Ferlito, Elisabetta Preziosa, Elisa Meneghini, Alessia Praz, e non ha mai nascosto la sua grinta e la sua determinazione verso le proprie atlete. Quest’anno, come lei stessa racconta, le gare sono tante e, come sempre, la voglia di arrivare in alto non manca. Ma dato che non si può conoscere tutto attraverso uno schermo, ecco che la Ferrè si racconta a noi.

Nello sport è importante il rapporto con i proprio allievi. Com’è quello tra allenatore e ginnasta?
“Come prima cosa è un rapporto che si consolida nel tempo, come tutti i rapporti, come quello tra maestra e alunno. Man mano che ci vivi insieme capisci le qualità, le doti, le problematiche e, quindi, più tempo passi con loro, più è facile capire le difficoltà che una ginnasta potrebbe avere o i momenti in cui puoi spingere di più perché la vedi pronta per provare nuovi elementi.”

Possiamo dire che deve esserci anche della fiducia…
“Sì, c’è una sensibilità che si instaura proprio all’interno del rapporto allenatore – ginnasta che non si riesce a toccare con mano, ma la percepisci conoscendo appunto la stessa ginnasta o, viceversa l’allenatore, dopo un contatto di lunga durata. Un allenatore che vede per la prima volta una ginnasta queste cose non riesce a sentirle, e lo stesso vale per l’atleta, bisogna studiarsi un po’”, e poi, ridendo e scherzando aggiunge: “Un po’ come cercarsi il marito, detto proprio terra terra!” {ads1}

Di solito si pensa sempre ai sacrifici che fanno i nostri ginnasti, ma gli allenatori, invece, quanti ne fanno di sacrifici?
“Secondo me in pari misura, poi con il tempo si impara. Un allenatore alla prima esperienza, giovane, che non ha neanche una famiglia alle sue spalle, è da solo con la voglia di fare, di sperimentare, di crescere e trova tutto più facile. Per quanto mi riguarda, sono trent’anni che insegno e, quindi, le problematiche si fanno sentire perché ho una famiglia alle spalle e il primo pensiero va sempre a loro e devo cercare di far collimare tutte le cose: lo sport, le domeniche sempre impegnate e trovare un marito che sopporta queste assenze non è facile. Certo, se trovi uno sportivo ancora meglio! Mio marito la domenica va in bicicletta e esce, nostro figlio fa ginnastica anche lui e, dalla mia, posso dire che siamo una famiglia di sportivi. La difficoltà è proprio qua: quando trovi una persona che non capisce quanto spazio e tempo bisogna dedicare a questo sport, non finisce mai bene.”

C’è qualcosa in particolare che dice alle sue allieve quando hanno dei momenti di sconforto?
“Che dopo il temporale arriva sempre il sereno, questo sì. E poi sì, ce ne sono a seconda delle situazioni. Nel nostro sport ci sono dei periodi, specialmente nella femminile, come quello dello sviluppo che lo devi affrontare un po’ come una mamma che si avvicina a spiegare i cambiamenti anche fisici che ci saranno e tutto ciò che ne consegue e, forse, sono cose di cui riesci a parlare meglio con il tuo allenatore o allenatrice che non con la mamma, almeno nel mio personale. Io anche sono stata ginnasta e certe cose mi veniva più facile raccontarle all’allenatrice che a casa.”

Poi ci sono anche le compagne che possono aiutare…
“Sì, noi abbiamo la Betta (ndr. Elisabetta Preziosa) che fa da mamma perché ce le ha anche in casa insieme, la sera controlla che facciano i compiti, è attenta alla loro alimentazione. Ho un’assistente 24hsu24, quando io vado a casa c’è lei a cui si appoggiano ed è una bella cosa, anche perché, secondo me, per un discorso tecnico a un livello così alto per queste ragazze adolescenti, periodo più critico, è una cosa essenziale. È proprio intorno ai 15 anni che iniziano le crisi, che cominci a chiederti se ce la farai, se realizzerai il tuo sogno nel cassetto, soprattutto perché un quadriennio non è poco, è lungo da aspettare per un Olimpiade. Si cerca di fare un passo alla volta, standogli vicino, dandogli il massimo del conforto, seguendole in tutto e per tutto.”

A proposito di Olimpiadi, lei ha accompagnato la squadra nazionale femminile a quelle di Londra. Cosa può raccontarci di quell’esperienza?
“E’ un’esperienza unica che aspetti da una vita. Il momento più particolare è proprio quando entri nel palazzetto che si aprono i sipari e ti manca il fiato. Vedere il palazzetto gremito, con il calore delle persone che ti chiamano, eh, lì è proprio una bella esperienza. Tra l’altro noi l’abbiamo vissuta due volte con il Test Event di Gennaio dove abbiamo vinto e ci siamo qualificate, e l’abbiamo vissuta proprio lì, in quel palazzetto, però non era la stessa cosa. Nonostante fosse la stessa struttura, gli stessi attrezzi, le stesse persone, il momento dell’Olimpiade è stato unico e indimenticabile, di quei momenti che ti porti sulla pelle fin quando vivrai.

Speriamo di riviverli a Rio allora…
“Sì, certo, anche se non penso di essere presente come tecnico perché, giustamente, trovo una cosa bella dare la possibilità a tutti i tecnici coinvolti. Io mi sono fatta la mia esperienza, spero di avere altre ginnaste pronte in questo quadriennio olimpico. Ora abbiamo una Meneghini che è il punto di forza della Nazionale e speriamo che in questi anni non subisca importanti cambiamenti repentini fisici e psicologici. Io spero di essere presente a fare il tifo per questa ginnasta, magari con altri allenatori, perché no. Ne ho passati altri di quadrienni dietro le vetrine, non sono una di quelle che dice “devo esserci io per forza”, è giusto che ci sia un passaggio coinvolgendo tutti i tecnici che fanno fatica e sacrifici come li ho fatti io.”

E’ iniziato il nuovo anno. Cosa ci aspettiamo da questo 2014?
“Allora, gli appuntamenti internazionali sono molteplici. Abbiamo Jesolo che determinerà la preparazione per i Campionati Europei che saranno a Sofia nel mese di Maggio, e Jesolo è un appuntamento importante che facciamo tutti gli anni con l’America e da lì il direttore tecnico vedrà quali sono le ginnaste da poter contare e tirare le somme sulle migliori cinque che andranno agli Europei. A parte questo abbiamo il campionato di Serie A che inizia tra un mese e vedrà solo tre prove: una l’8 Febbraio a Firenze, poi l’8 Marzo a Torino e poi la finale qui a casa nostra, a Desio, il 5 Aprile e sono delle tappe che servono per preparare le atlete agli appuntamenti più importanti. Poi ci saranno, subito dopo Sofia, gli Assoluti il primo di Giugno e poi una settimana di pausa dove le ragazze faranno gli esami e a Luglio si riparte con i collegiali a Brescia per preparare i Mondiali, che quest’anno saranno in Cina, a fine Ottobre. Un anno ricco di appuntamenti e avvenimenti, noi ci stiamo preparando per il meglio!”

 

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