Cinema: Sangue di Pippo Delbono

È in scena in questi giorni al Teatro Argentina Pippo Delbono con lo spettacolo Orchidee. Ma a Roma c’è anche il Delbono cinematografico con il suo film Sangue, presentato e premiato all’ultimo Festival di Locarno, e ora in programmazione al Nuovo Cinema Aquila.

Un artista buddista (Pippo DelBono) e un ex leader delle Brigate Rosse, Giovanni Senziani. Due donne in lotta contro la malattia e la morte: Margherita, la madre di Pippo, e Anna, la compagna di Giovanni, che lo ha accudito e sostenuto durante i ventitré anni di prigionia. I funerali di Prospero Gallinari, uno degli esponenti più in vista delle Brigate Rosse. Un viaggio verso l’Albania per prendere una medicina contro il cancro. Una passeggiata tra le strade distrutte dell’Aquila dopo il terremoto. Amore e vita, rivoluzione e sangue.
Filmando con il cellulare o una piccola camera, Pippo Delbono testimonia e osserva i momenti unici e strazianti della sua vita: gli ultimi giorni della vita di sua madre. Ci commuove con le immagini delle sue mani che stringono e accarezzano le mani magre e stanche della sua mamma. Ci porta davanti alla vita e alla morte. Con poesia. Come la poesia di Sant’Agostino che la mamma tanto amava: “Non piangere. Non disperarti per me. Io non ti ho lasciato. Ti ho soltanto preceduto. Non ti ho abbandonato. Veglio su di te. Il tuo amore per me non può che crescere, pensando al modo in cui io vivo immersa in una beatitudine senza confini, in una gioia immensa e nella certezza che un giorno ci incontreremo per restare uniti in questa sorgente inesauribile di luce“. {ads1}

Ma Sangue è anche la storia di un incontro, quello tra Pippo Delbono e Giovanni Senzani, che si è avvicinato all’artista grazie al suo teatro (dopo aver visto il suo spettacolo autobiografico Racconti di giugno), e di una confessione. Giovanni Senziani, l’ex leader delle Brigate Rosse condannato nel 1982 all’ergastolo e infine liberato dopo diciassette anni di carcere di alta sicurezza, decide infatti di raccontare ciò che non aveva mai raccontato prima. L’aver dato voce a un ex terrorista ha provocato diverse polemiche da parte della stampa e Delbono ha replicato: “Le critiche arrivano da chi non ha visto il film. Sono un artista e voglio essere libero di guardare il “mostro” “. Con Sangue Delbono, artista eclettico, regista, attore, danzatore e creatore di spettacoli, continua a distinguersi per l’originale ricerca linguistica, coerente con il suo parallelo percorso artistico sulle scene teatrali internazionali. E si conferma uno dei maestri più innovativi della scena internazionale contemporanea grazie al suo singolare accostamento tra teatro, musica e cinema.

 

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