News – Tagli agli stipendi degli insegnanti
Il ministro Saccomanni avrà anche tutte le motivazioni tecniche per imporre ai sottopagati insegnanti del nostro paese una restituzione di 150 euro al mese, pari a circa il 10% del loro misero stipendio medio.
Ma che sia un privilegiato ex banchiere della Banca d’Italia a voler scippare una delle categorie più disincentivate della nostra pubblica amministrazione, invece di dimettersi per dignità e orgoglio, è semplicemente l’ennesima riprova che la classe politica merita di essere “gettata nel cestino dei rifiuti della storia”, come disse a suo tempo Trotski.
E quando si parla di classe politica, la si intende tutta intera. Perché questo ennesimo pasticcio è il risultato dell’incompetenza congiunta di ben tre governi, uno peggiore dell’altro (ed è tutto dire): quello di Berlusconi, sostenuto dal solo centrodestra, e quelli di Monti e del primo Letta, entrambi sostenuti sia dal centrodestra che dal centrosinistra.
Furono Berlusconi e Monti a bloccare la progressione economica degli stipendi degli insegnanti per il triennio 2010-2012, anche se poi pagarono comunque gli scatti, fingendo di dare con una mano ciò che toglievano con un’altra. Nel 2010, infatti, i fondi si trovarono grazie ai tagli della riforma Gelmini. Nel 2011, furono sottratti alle attività formative. E nel 2012, vennero distratti dal bilancio dell’istruzione. (Piergiorgio Odifreddi, fonte Repubblica)