Cinema: Il capitale umano. Non finanziario

Tanto atteso quanto criticato, è la storia di un uomo, di una famiglia, o meglio due diversamente simili nell’educazione e nella quotidianità. Amore e tragedia, bugie e istinto, gelo e riflessione, vanità e verità, Il capitale umano è lo specchio della vita. E della morte.

“Come spingersi oltre” è il leitmotiv del nuovo film di Paolo Virzì, in uscita oggi giovedì 9 gennaio. In un paese della Brianza che finisce in “ate”, Dino Ossola (pre)vede la svolta della vita quando la figlia – con cui non è mai riuscito a costruire un rapporto – si fidanza col “rampollo di una ricca famiglia dell’alta finanza”. Paolo Virzì ci sorprende proponendo drammaticità e malinconia in un thriller avvincente.

È proprio qui che si nota il suo talento, nell’assemblare – o confrontare – il taglio sinistro e tragico della storia con la determinazione e l’energia del film. Non ve lo aspettavate? Sì, un cambio radicale ma vincente. Non manca il racconto della giovane – per modo di dire – Italia non più ironicamente ma realmente drammatica oltre che romanticamente complessa e fatta di sentimenti e valori. “Il nuovo Virzì” si trasferisce per la prima volta in un paesino del Nord Italia dove ha diretto un cast d’eccezione – Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio – proiettando sul grande schermo l’omonimo romanzo dello scrittore americano Stephen Amidon.

Ad affiancarlo nella scrittura de Il capitale umano ci sono Francesco Bruni e Francesco Piccolo il cui compito non è stato affatto semplice dovendo scomporre e ricomporre un racconto invaso da personaggi e vicende. Tre capitoli, tre interpretazioni di tre personaggi, i protagonisti. Tutto gira intorno a loro e ai loro punti di vista che sfociano in un finale coinvolgente e turbolento, emotivamente amaro. Dramma francese, ironia della commedia all’italiana, suspense del thriller americano, humor nero del cinema spagnolo danno vita a Il capitale umano, dimostrazione “disincantata e feroce” del talento di uno dei registi italiani più noti, ironicamente schietto, passionalmente diretto.

 

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