Attenzione a Toronto
In dieci giorni i Raptors hanno battuto le due migliori squadre in NBA, gli europei regalano il successo ai Wolves, Nowitzki nella storia, crisi senza fondo per Denver. A Natale come a Capodanno, la stagione si snoda senza soluzione di continuità, 82 partite per ogni compagine fino ad arrivare ai playoffs.
Nella prima serata del 2014 si sono giocati cinque incontri, spicca il 95 a 82 dei Toronto Raptors contro Indiana. I canadesi, già vincitori sul campo di Oklahoma, confermano il ruolo di ammazzagrandi e la bontà del trade effettuato ad inizio dicembre con Sacramento: da allora 9 successi in 12 gare. Decisivo contro i Pacers l’apporto della difesa, Ross ha marcato Paul George costringendolo ad un modesto 5 su 14 dal campo, mentre Lowry ha regalato 14 assist e si è preso a 3′ dalla fine lo sfondamento di Hibbert, causando l’uscita per falli del centro, miglior realizzatore di Indiana. In attacco ha brillato la stella di DeMar DeRozan, autore di 26 punti.
Toronto torna ad avere un record del 50% di vittorie in NBA a gennaio dopo quattro anni, in una stagione paradossalmente aperta lì come altrove all’insegna della controversa parola “tanking”, ovvero giocare a perdere. Il draft di giugno si annuncia infatti come il più ricco di talento dal 2003 (i Big Three di Miami passarono professionisti allora) e giocatori come Andrew Wiggins, Marcus Smart o Jabari Parker promettono di cambiare il volto delle squadre che ne acquisiranno le prestazioni. Visto che lo sport americano è concepito per consentire a chi è arrivato nelle ultime posizioni nella stagione precedente di effettuare le prime chiamate al draft, è normale come le squadre maggiormente interessate siano sospettate di ciò che noi chiameremmo Ciapa no. Del resto tante franchigie, anche storiche come Boston, Filadelfia e persino i Lakers, sono in fase di ricostruzione. Vedremo tra sei mesi ed ancor di più tra un anno chi avrà compiuto le scelte giuste.
A proposito dei Sixers: erano partiti bene, poi sono sprofondati, ma ieri hanno vinto a Denver con 23 punti di Evan Turner. I Nuggets sono sempre più a terra, otto sconfitte consecutive. Danilo Gallinari sta meglio, ha ripreso a correre, ma il rientro non è imminente ed a questo punto non è forse nemmeno auspicabile affrettarlo, visto che rischierebbe di rientrare a stagione compromessa.
Minnesota batte New Orleans nella sfida tra le prime due escluse dai playoffs ad Ovest al momento e resta a tre successi di distanza dall’ottavo posto (ma se giocasse nella Eastern Conference sarebbe quarta!). I Wolves stanno ancora cercando di capitalizzare il notevole potenziale a disposizione, per ora piegano i Pelicans con 22 punti del pivot serbo Nikola Pekovic, i 9 assist dello spagnolo Ricky Rubio ed una prova “normale” di Kevin Love, miglior rimbalzista della lega.
Dallas rintuzza gli assalti alla sua piazza in post season vincendo a Washington con Monta Ellis protagonista ed un redivivo Vince Carter. Solo 9 punti per Dirk Nowitzky, ma pur condizionato da una distorsione alla caviglia il tedesco è diventato il tredicesimo marcatore NBA di ogni tempo, unico europeo fra i primi trenta.
Completa il quadro il successo dei Clippers contro Charlotte, con Blake Griffin che segna 21 dei suoi 31 punti nel secondo tempo. Avvio equilibrato, ma ripresa senza storia che ribadisce, come fanno le classifiche, il persistente netto divario tra Ovest ed Est. Tolte Miami ed Indiana il piatto piange dal lato dell’Atlantico, ed il nuovo infortunio a Derrick Rose, che ha gettato nello sconforto Chicago, ha di certo contribuito ad allargare tale disparità.