Femen a Colonia: “Tette” contro il Vaticano

Un tempo il Natale era sinonimo di regali, cenone e, per chi crede, il miracolo della nascita di Gesù. Quest’anno, invece, l’attenzione è stata catalizzata da un unico evento, che ha preso forma proprio nel corso della notte della vigilia: la protesta delle Femen contro il Vaticano a proposito dell’aborto, considerato contrario ai diritti civili contemporanei.

Pura coincidenza? Certo che no. Del resto, non vi sarebbe potuta essere data più azzeccata per far parlare di sé.
Un’attivista di 20 anni si è recata nella cattedrale di Colonia, con lo scopo di denunciare le posizioni del Vaticano in materia di aborto e, allo scadere della mezzanotte, nel bel mezzo della messa, è salita in topless sull’altare, con la scritta sul petto “I am God” (Io sono Dio). Ebbene sì, Josephine Witt ha deciso che era arrivato il momento di togliersi la giacca di pelle e, di certo, non perché facesse caldo, proprio sotto gli occhi del cardinale Joachim Meisner. «Credo nella libera autodeterminazione della donna»: queste le parole urlate a squarciagola dalla giovane.
La dinamica è sempre la stessa: un “attacco”, se così può essere definito, basato non tanto sulla forza o sul numero dei componenti, ma sull’effetto sorpresa, possibilmente in un luogo di culto. Logicamente, l’attivista è stata bloccata in pochi secondi, coperta e trascinata via dalla cattedrale, ancora intenta ad urlare i suoi slogan. Pochi secondi che, però, hanno prodotto un vasto materiale su internet, tra foto e video dell’accaduto, quest’ultimo realizzato e diffuso dalle Femen stesse. Non è la prima volta che Josephine Witt finisce sui media per forme di protesta “alternative”, ma anche questa volta, è stata rilasciata dopo un breve fermo della polizia.
«Ognuno merita una benedizione, anche questa signora confusa, alla quale concedo la mia benedizione, poiché ne ha più bisogno di tutti»., queste le parole di Meisner, che proprio il giorno di Natale ha compiuto 80 anni, ma che non è apparso per niente scosso dalla vicenda e, anzi, ha subito ripreso la funzione religiosa.

 

Pochi giorni prima, il 23 dicembre, un gruppo di attiviste Femen aveva protestato contro le nuova legge sull’aborto in Spagna, varata dal governo conservatore di Mariano Rajoy. Il governo spagnolo, infatti, ha approvato un disegno di legge che consiste in una riforma in senso restrittivo della normativa sull’interruzione di gravidanza. Sono ritenuti casi particolari stupro e minacce per la salute della madre.
Per quanto riguarda il Vaticano stesso, pochi giorni fa, il 19 dicembre, un’attivista Femen ha manifestato in topless proprio vicino San Pietro, esibendo sul braccio la scritta in rosso “abortion”. Si tratta di Inna Shevchenko, intercettata alla fine di via della Conciliazione da agenti in borghese, che l’hanno avvolta in una coperta e fatta salire su una volante, mentre questa tentava di dimenarsi, ma poi, comunque, rilasciata. In seguito all’episodio, la sicurezza è stata rinforzata a San Pietro e nelle zone circostanti.

Le Femen sono donne che vogliono andare contro gli stereotipi, dimostrando che le attiviste possono essere donne avvenenti, nonché in grado di utilizzare il proprio corpo per le loro battaglie. Del resto, oggi come oggi, un seno scoperto non dovrebbe suscitare più tanto scalpore, tanto più se si osserva il fenomeno dal punto i vista di una massima libertà di espressione, nell’ambito di un’associazione no profit. Si sarebbe quindi passati dallo slogan “people have the power” a “people have boobs“. Tutto sta nel valutare se questo cambiamento di linea sia realmente efficiente o meno: ai posteri l’ardua sentenza!

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