Cie di Roma: meno proteste, stessi problemi

Niente più proteste estreme e autolesionistiche al Cie, Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria, nella capitale. Una parvenza di normalità è tornata tra i migranti, almeno per i giorni di festa.

Mohammed Nouimy, divenuto ormai una sorta di portavoce degli immigrati, lo ha confermato nel giorno di Santo Stefano: anche gli ultimi uomini che si erano cuciti la bocca, con ago e un filo ricavato da una coperta, i venti che invece erano in sciopero della fame da giorni e quelli che avevano portato i letti in cortile, hanno allentato la protesta. Conferma arrivata anche dai vertici della cooperativa Auxilium che gestisce il Cie di Roma. Un malcontento che pian piano sta rientrando verso una apparente calma e normalità. Apparente si, perchè già dalle prime ore di oggi le manifestazioni di dissenso, rispetto a quella che ormai è divenuta una situazione sfiancante e inaccettabile, stanno riprendendo vigore.
“Papa Francesco è il santo dei poveri, venga qui a vedere che siamo rinchiusi come animali. Il Vaticano non è molto distante da Ponte Galeria” dicono in una lettera consegnata a don Emanuele Giannone, direttore della Caritas diocesana e destinata al Santo Padre. Un appello che sicuramente sarà ascoltato dal Papa, che già nel messaggio Urbi et Orbi di Natale aveva chiesto accoglienza per i migranti che cercano rifugio e dignità altrove, rispetto ai loro Paesi in conflitto. Intanto anche nella giornata di oggi, si susseguono ancora le visite da parte dei deputati che ormai da più parti chiedono l’immediata risoluzione di una situazione ormai notoriamente drammatica e incivile.

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I Cie, regali di una Bossi-Fini fin da subito criticata e mai cambiata, diventati i luoghi delle lunghe permanenze senza data di scadenza, dei destini incerti e delle docce anti-scabbia in pieno inverno, sono ancora lì, sparsi nella penisola. Assoluto il silenzio di tutti. Così il 21 dicembre scorso insieme al polverone suscitato delle immagini provenienti dal Cie-lager di Lampedusa, si sono sollevate anche le pacifiche ma pungenti proteste dei migranti di Roma. Poi a Natale si sono attenuate. Ma ora, digerite le grasse portate, che non si dimentichino i propositi natalizi, che non si dimentichi Lampedusa come da buona italica abitudine.

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