Maxi frode fiscale con epicentro ad Ancona
A Natale tutti dovrebbero essere più buoni e, in un certo senso, la Guardia di Finanza di Ancona ha contribuito a confermare questo detto. Dopo due anni di indagini infatti la polizia tributaria della GdF nella città marchigiana è riuscita a scovare una gigantesca frode fiscale, portando diligentemente a termine un lungo lavoro.
Una struttura internazionale di società fittizie, 17 persone indagate, 25 milioni di euro di frode fiscale con epicentro ad Ancona: questo è il bilancio dei due anni di indagini operate dalla Guardia di Finanza della località adriatica. L’articolata frode fiscale si è svolta in tre fasi le quali, rispettivamente, hanno implicato la creazione di società fittizie di diritto panamense, inglese e sammarinense con il fine di drenare all’estero le risorse attive di imprese nazionali in difficoltà, l’affibbiare costi rilevanti e inesistenti a imprese nazionali, in modo da abbattere i redditi imponibili di queste, e il dirottamento di risorse attive verso conti correnti bancari esteri, in modo da sottrarle al fisco. 18 sono state le imprese coinvolte in simulate compravendite di beni, che mettevano in difficoltà le aziende italiane, per poi trasferire tutto all’estero scampando così da qualsiasi azione legale o pretesa da parte di creditori. Il fulcro di questi illeciti è stato uno studio commercialistico di Ancona, il quale dirigeva i vari artefici dei reati per quanto riguardava la falsificazione delle fatture e il ricorrere a espedienti contabili. Il pubblico ministero ha avviato la perquisizione e i sequestri probatori di documentazione bancaria, contabile, informatica: azioni che hanno confermato i sospetti sull’esistenza della frode. Le società e le singole persone indagate per questa maxi truffa si vedranno affibbiati i reati di riciclaggio, frode fiscale, bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di denaro all’estero, e chissà quant’altro ancora.
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25 milioni di euro rappresentano una cifra “degna” di considerare questa la frode dell’anno. Poco lavoro, tagli alla spesa pubblica, alto tasso di rischio povertà: l’evasione fiscale, in tutto ciò, rappresenta una delle tante cause o solo una conseguenza dei mali della nostra società? Questo è un circolo vizioso dove i rapporti di causa-effetto sono talmente stretti da risultare sfumati e dove, invece di trovare i colpevoli e condannarli, bisognerebbe iniziare a far rispettare le leggi, non solo a cambiarle.