Serie A, poker d’astri!
Quattro gol a testa per le stelle più brillanti di questa giornata: Juventus, Roma, Torino e Verona. Le prime due volano indisturbate verso il duello-scudetto di Gennaio, il Torino batte in rimonta il Chievo grazie ad uno straordinario Immobile, mentre il Verona infierisce su una Lazio in serie difficoltà. A Milano, in un derby tutt’altro che spettacolare, Palacio regala la vittoria ai neroazzurri con uno splendido colpo di tacco.
Per ogni stella che nasce, ce n’è un’altra che si spegne. Potrebbe essere questa la sintesi di una giornata di Serie A ricca di alti e bassi, di astri sempre più splendenti e di comete che dopo aver brillato tanto, precipitano e si dissolvono. Sempre più splendenti la Roma e la Juventus, che rifilano quattro gol rispettivamente a Catania e Atalanta. Coraggioso Garcia, che in mancanza di De Rossi e Strootman, le vere cerniere giallorosse, ha deciso di schierare una squadra sulla carta molto offensiva, con Pjanic, Totti, Ljajic, Gervinho e Destro dal primo minuto. Il risultato e lo spettacolo hanno dato ragione a mister Rudi, anche se il bomber di giornata è stato il monumentale Benatia, un difensore. {ads1} A Bergamo, la Juventus ha risposto con un secco 4-1 ai danni dell’Atalanta. Brividi nel primo tempo, quando al gol di Tevez aveva risposto Morales ottenendo un ottimo pareggio nella prima frazione di gioco, ma nel secondo tempo Pogba ha riaperto le danze ai bianconeri, andati ancora in gol con Llorente e Vidal. Ancora una volta, Conte sembra aver avuto una buona intuizione inventando Marchisio come vice-Pirlo, che se tecnicamente non può garantire i lanci millimetrici del suo compagno, perlomeno permette alla Juve di “sguinzagliare” Pogba e Vidal, non a caso entrambi in gol ieri pomeriggio. Si diffonde l’idea che l’unica differenza tra i bianconeri e la Roma sia la capacità dei primi di non sbagliare le partite con le “piccole”, mentre i giallorossi inciampano spesso a causa di cali di concentrazione e dei troppi tiri concessi agli avversari. Strano che la miglior difesa del campionato conceda “così tanto”, e che la terna arbitrale non abbia fatto altrettanto nei pareggi giallorossi in cui è “inciampata”, non smentendosi contro il Catania, negando l’ennesimo rigore a Gervinho. Più sgambetti che disattenzioni, che siano essi per malafede o per incompetenza conta ben poco. Se c’è una differenza concreta tra le due padrone del campionato, è sicuramente la qualità delle seconde linee, decisamente di livello superiore sulla panchina di Antonio Conte.
Gioiscono Juve e Roma, crolla il Napoli di Benitez, che dopo il pareggio contro il Cagliari per 1-1, precipita a meno 10 dalla vetta, costringendo i partenopei a guardarsi anche alle spalle, dove la Fiorentina continua ad avvicinarsi. Ancora una soddisfazione per Montella, che ha battuto per 1 a 0 il Sassuolo grazie al delizioso Giuseppe Rossi, capocannoniere del campionato. Ci si inizia a chiedere se il rientro di Mario Gomez possa innescare una micidiale macchina da gol, o se invece il tedesco possa togliere spazio a Rossi, intaccando una trama di gioco che, a livello offensivo, sembra essere perfetta.
Sfiorano la perfezione anche Torino e Verona, entrambi nei pressi della zona Uefa. Il primo, ha trovato il suo momento migliore dell’era Cairo grazie alla mano di Ventura, che ha fatto trovare fiducia nei propri mezzi a giocatori come Cerci ed Immobile, i quali ora costituiscono una coppia d’attacco completa e prolifica. Ieri i due hanno messo in crisi il buonissimo Chievo di Corini, approfittando degli errori talvolta grossolani offerti dalla difesa gialloblu. Il Verona invece si è presa gioco della Lazio di Petkovic, mettendo a segno ben 4 gol, di cui due dell’ex giallorosso Luca Toni. Come dicevamo, ad una squadra che brilla e che da neo-promossa di ritrova al sesto posto, ne corrisponde un’altra in caduta libera, che durante le vacanze natalizie dovrà necessariamente trovare una soluzione. Cambiare allenatore potrebbe anche non bastare.
Una delle partite più attese era senz’altro il derby di Milano, ma dopo averlo visto ci si chiederà sicuramente quale fosse il motivo di tanta attesa. Un derby che nel calcio italiano ha sempre messo a confronto dei veri e propri campioni, ieri ha offerto un calcio veramente sterile. Grazie alla cura Mazzarri, ci si attendeva un Inter più organizzato, almeno nelle manovre offensive, invece è stato il Milan a fare la partita, approfittando dello spazio che i neroazzurri, schiacciandosi nella propria metà campo con i suoi sei centrocampisti, regalava alla squadra di Allegri. Lo aveva capito tutto lo stadio che, mettendo una punta qualsiasi, Mazzarri avrebbe guadagnato campo e vinto la partita beffando i rivali territorialmente superiori, e così è stato. Ingresso di Icardi, palla a Guarin, assist, e gol di Palacio con un colpo di tacco alla Hernan Crespo. Una vittoria quasi ingiusta per come il Milan aveva interpretato la gara, che ha bilanciato il rigore nettissimo negato all’Inter e premiato gli unici due giocatori che hanno seriamente dimostrato di valere qualcosa: Guarin e Palacio. Due stelle che brillano, due squadre sempre più spente.