Miur, no alle e-university
Le università telematiche bocciate dal Ministero dell’istruzione. A giugno 2013, il Miur aveva istituito una commissione di studio, insieme al Csnu e Anvur, per stilare un rapporto di valutazione delle università online. La relazione è uscita e riporta dei giudizi non proprio lusinghieri nei confronti di queste nuove istituzioni, tra numeri in netto calo e dubbi sulla qualità dei servizi offerti.
La commissione di valutazione è composta dai professori Stefano Liebman dell’università Bocconi, Marco Mancini, università della Tuscia – Viterbo e ex presidente del Crui, e dalla dottoressa Marcella Gargano, vice capo di Gabinetto del Ministero dell’istruzione. Dall’analisi durata quasi tre mesi è risultato che sia le iscrizioni che il numero di laureati nelle università telematiche è in netto calo, precisamente si è analizzato il periodo dall’anno accademico 2004/2005 all’anno accademico 2013/2014. Confrontando i dati delle maggiori università telematiche, cioè quelle che hanno il numero maggiore di iscritti, risulta che il numero degli immatricolati dal 2004 al 2010 erano in aumento, registrando il “boom” proprio nel 2010, per poi diminuire progressivamente. I numeri che riguardano i laureati, anche questi, non sono dei più lusinghieri, infatti fino al 2010 si sono registrati dei dati sempre più in crescita, per poi arrivare all’anno accademico 2011/2012 quando c’è stata una vera e propria discesa.
La commissione ha poi riscontrato alcune criticità riguardanti il sistema di regolamentazione delle e-university. Innanzitutto, la mancanza di criteri chiari per la valutazione dell’offerta formativa; i corsi di laurea vengono attivati anche in assenza di una regolamentazione specifica; manca anche una regolamentazione per quanto riguarda le scuole di Dottorato e per le modalità di svolgimento dell’attività di ricerca da parte dei docenti. Sempre per quanto riguarda la ricerca si è riscontrata la mancanza di parametri di valutazione. Per quanto riguarda l’assunzione di docenti o ricercatori non ci sono alcuni vincoli. Si è registrato inoltre un dato contrastante tra l’elevato numero di professori precari e quello molto basso dei docenti con contratto a tempo indeterminato.
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Alla fine della relazione sono state scritte alcune proposte per migliorare il sistema: l’assunzione di docenti a tempo indeterminato per garantire un’offerta formativa adeguata; l’obbligo a svolgere attività di ricerca, così da poter prevedere dei finanziamenti pubblici per la loro attività; in ultimo le e-university se vorranno creare o cessare un corso di studio dovranno fare riferimento ai Comitati regionali di coordinamento. Il ministro dell’istruzione Carrozza ha dato un ultimatum: dal prossimo piano triennale le università telematiche dovranno mettersi in regola e non ci saranno più deroghe. Un’università online la Niccolò Cusano ha risposto alla relazione del Ministero, ritenendo il lavoro della commissione lacunoso e accusa quest’ultima di non essere mai andata a visitare la sede o intervistare il personale che ci lavora, tanto da ritenere tutto il report una burla.
Fonti: Miur