Il sì di Cuperlo che piace a tutti
Cuperlo ha detto «sì», sarà lui il presidente del Pd.
Dopo circa una settimana dal risultato delle primarie, arriva un’altra buona notizia per il PD.
«Sembra che si sia convinto, ma che fatica…», commentavano dal fronte renziano.
Dopo numerose riunioni, l’ultima avvenuta a Montecitorio con importanti esponenti, come Alfredo D’Attore e Stefano Fassina, e altrettanti scambi di opinione con Matteo Renzi, Gianni Cuperlo ha, alla fine, accettato la presidenza del Partito democratico. Una decisione sofferta a causa della paura, dello stesso Cuperlo, di non riuscire nell’intento di tenere unita l’area di cui egli stesso è a capo. In un primo momento, infatti, gli era apparso molto più semplice svolgere al meglio il proprio compito nei confronti del partito non accettando un ruolo che deve essere super partes, nonché di garanzia, com’è quello di presidente. A questo punto, è giunto l’intervento di Renzi, che ha appropriatamente rassicurato il deputato indeciso, assicurandogli che potrà, in ogni caso, continuare la sua azione critica, nonché mantenere la sua autonomia politica.
Tuttavia, probabilmente, ciò che ha realmente messo la pulce nell’orecchio dell’attuale presidente Pd, è stato un vero e proprio pressing d parte deii suoi stessi sostenitori: i Giovani Turchi, infatti, avrebbero anche voluto entrare in segreteria, ma Cuperlo, questa volta, ha rifiutato realmente l’offerta. In ogni caso, alla fine, la verità è che questa presidenza del Pd non farà altro che aiutare Cuperlo a tenere insieme le parti che lo hanno sostenuto.
Tra i nomi che sono circolati nei giorni passati, il secondo più quotato alla presidenza era quello di Nicola Zingaretti, governatore del Lazio. Nominati anche Bersani ed Epifani, entrambi chiaramente non disponibili. E, poi anche, Fioroni e Reichlin. L’elezione si svolgerà domani, domenica 15 dicembre, a Milano, in occasione della proclamazione a segretario del sindaco di Firenze.
Alcuni parlano di “patto generazionale”, a causa della propensione a dare spazio a una nuova classe dirigente. È il caso di dirlo: era ora! Dopotutto, Matteo Renzi è l’emblema di questa corrente, se così può essere definita, tanto che oggi si parla di “cura-Renzi”, sia per il partito, che per il governo stesso: «Rifaremo l’Italia da capo a piedi» aveva affermato a metà novembre.
Insomma, una decisione difficile quella di Cuperlo, che sembra aver accettato l’incarico per una questione di responsabilità, nonostante questo non si riveli per niente facile. L’unico non soddisfatto, sembra essere D’Alema, che avrebbe preferito un Cuperlo dedito all’opera di ricostruzione della sinistra
Mateo Orfini twitta: «Felicissimo della decisione di Cuperlo di accettare la presidenza del Pd. È la scelta giusta». Allo stesso tempo, il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, afferma: «La fotografia di Renzi segretario e Cuperlo presidente dà il senso di un partito capace di essere unito».
Insomma, sicuramente, per affrontare le attuali vicende politiche burrascose, c’è bisogno di un Pd unito. Tuttavia, non bisogna fasciarsi la testa prima di romperla, ma attendere di vedere quali saranno le prossime mosse e quali obiettivi verranno realmente realizzati.