Bilancio 2013: Ignazio Marino tra la fronda e il prefetto

A dispetto dello stile rassicurante, educato e sobrio del Sindaco, quella di Ignazio Marino si sta rivelando una gestione amministrativa tutt’altro che tranquilla. La discussione sul bilancio 2013, quello cioè che conclude in larga parte i conti della gestione Alemanno, è sotto i riflettori fin dalla clamorosa rissa del 24 Novembre scorso.

Nell’occasione il consigliere di FdI Rossini aveva aggredito verbalmente il presidente Coratti per impedirgli di proseguire la votazione, togliendogli il microfono, urtando, si direbbe involontariamente, lo stesso sindaco Marino e schiaffeggiando in seguito, con piena intenzione, il consigliere Gianluca Peciola di SeL intervenuto pacificamente a protezione del primo cittadino e dei colleghi. Le grottesche e sconfortanti immagini del “coatto” Rossini che in una sede istituzionale “imbruttisce” al presidente, “intruppa” il sindaco e “je parte” al collega consigliere, hanno fatto il giro del web e delle TV destando scandalo, eppure rischiano di essere ricordate soltanto come il preludio di guai politici ben più gravi e sostanziali per la giunta romana.

Il 30 novembre è infatti scaduta ai termini di legge la data ultima per l’approvazione del bilancio e l’opposizione ha sollevato quattro questioni pregiudiziali sull’illegittimità del consiglio di lunedì, convocato dopo la scadenza  in assenza di una proroga da parte del prefetto. Due delle pregiudiziali sono state avanzate dal M5S che si è mosso per primo, seguite da quelle dello stesso Alemanno e dalle critiche di Marchini e del resto dell’opposizione.

A salvare Marino è arrivataieri la proroga del prefetto Pecoraro che estende la data utile fino al 23 Dicembre, scadenza improrogabile, oltre la quale l’amministrazione comunale verrà commissariata e sciolta. In questi venti giorni il sindaco e i suoi dovranno inoltre smaltire gli oltre 200mila emendamenti presentati dall’opposizione, contenuti in quasi un Terabyte di documentazione elettronica. Al di là dell’ostruzionismo dell’opposizione, i consiglieri del M5S avanzano l’ipotesi che si sia giunti fino a questo punto a causa di una fronda interna alla maggioranza, all’interno della quale le componenti più vicine all’establishment del PD romano abbiano già, di fatto, scaricato il sindaco e la componente meno partitica del suo entourage. Il 23 Dicembre la telenovela si concluderà in un modo o nell’altro, vedremo se col sindaco ancora al suo posto o meno.

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