Tingiamo il mondo d’arancione

Sebastiano-CardiNel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò il 25 novembre Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne in memoria delle sorelle Mirabal, attiviste politiche assassinate nella Repubblica Dominicana nel 1960.

Il 2013 rende tributo a quest’anniversario con una serie di eventi inscritti nell’Unite to end violence against women.
L’iniziativa, promossa dal Segretario Generale Ban ki-Moon nel 2008, presenta, essenzialmente, tre approcci diversi: incrementare la pubblica consapevolezza sul problema della violenza di genere, far crescere la volontà politica e raccogliere le risorse necessarie. La campagna, che andrà avanti fino al 10 dicembre, sceglie come colore simbolo l’arancione in segno di auspicio per un futuro più luminoso.

A moderare il meeting è Juju Chan, corrispondente per l’ABC, che dà il via all’evento con la proiezione del video A promise is a promise. Il filmato fornisce una serie di dati raccapriccianti sulla condizione femminile: il cinquanta per cento delle aggressioni sessuali viene perpetrato nei confronti di ragazze al di sotto dei sedici anni; 603 milioni di donne vivono in Paesi dove la violenza domestica non è considerata un crimine; il settanta per cento delle donne rivela di aver subito una violenza fisica o sessuale in un certo momento della propria vita; oltre 60 milioni di ragazze in tutto il mondo diventano spose bambine (prima di compiere diciotto anni).

Lo scopo finale della campagna è creare la coscienza che una vita senza violenza è un diritto di base per qualunque individuo e che i colpevoli, nella maggior parte dei casi, rimangono impuniti.
Chang aggiunge che, sebbene la strada da percorrere sia ancora lunga, molto è stato fatto per mettere un freno alle violenze e dà credito al lavoro svolto dall’ UN Women, l’organizzazione creata nel 2010 per la promozione delle pari opportunità.
La giornata vede come sponsor anche il governo Italiano e la partecipazione della rappresentanza Italiana nella persona dell’Ambasciatore Cardi, che ricorda come l’Italia consideri l’eliminazione della violenza una priorità. L’aumento dei casi di femminicidio ha portato quest’anno il Parlamento Italiano alla ratifica della Convenzione per la prevenzione e la lotta alla la violenza sulle donne.
L’Ambasciatore sottolinea come la violenza di genere non sia un problema che attiene esclusivamente all’universo femminile e introduce l’esibizione di Wounded to death, la performance di alcuni brani tratti dal libro di Serena Dandini Ferite a morte; termina poi l’intervento con un richiamo alla necessità di cambiare l’atteggiamento culturale che è alla base di un atto di violenza.
La violenza contro le donne è, a tutti gli effetti, una violazione eclatante dei diritti umani ed è un fenomeno che avviene in ogni parte del mondo e riguarda ogni classe sociale. La soluzione al problema parte col mantenere le promesse fatte a Pechino in occasione della Convenzione sull’eliminazione della violenza contro le donne e portare quelle statistiche allo zero.
Una promessa è una promessa.

Claudia Pellicano

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