Siamo (siero)positivi: amare ed amarsi con prevenzione

1b883d1b6b835cb90d0ec497d99ff982«Fare l’amore è ancora il miglior rimedio contro la solitudine, l’unico modo per oltrepassare i confini che separano due individui» dice Anne Bernard, scrittrice francese di cui si sa molto poco, nella sua raccolta di racconti intitolata L’Amour sans passepourt, 1973. L’amore no, non ha passaporto, specie se lo si vive così come si dovrebbe: un forte sentimento che spinge due persone a stare insieme, conoscersi, abitare nella testa e nella pelle dell’altro ma senza perdere se stessi, attraversarsi.

Fondendosi anche in un unico corpo, mentre si condivide uno dei piaceri migliori che la vita ci offre. Non c’è rimedio però, a certi danni che il fare l’amore comporta; una cattiva prevenzione e una pessima educazione alla salute sessuale oggi portano Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) a rilevare soltanto nel nostro Paese circa 4.000 nuovi malati di Aids, un contagio ogni due ore. Tra le prime cause legate alla diffusione del virus c’è il mancato uso del preservativo, fondamentale e utile per limitare le probabilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. L’Hiv è una di queste, ma pare che fra i giovani dell’Italia attuale solo i più ‘vecchi’ ricordino le campagne per la sensibilizzazione al tema in questione trasmesse negli anni ’90 quasi a ripetizione dai vari canali tv, radio e giornali.
Oggi invece se ne parla pochissimo mentre il numero di persone che subiscono il contagio è cresciuto addirittura del 10% nel solo 2012 e in Italia vi sono fra i 143.000 e 165.000 cittadini affetti dal virus, molti dei quali non sanno nemmeno di avere l’infezione. In tutto ciò c’è da aggiungere che il 40% sono donne, in aumento costante. Poca informazione, poca diffusione dei dati utili, poca prevenzione: così i nostri ragazzi fra i 15 ed i 24 anni sono i più numerosi nell’Europa moderna ad essere ‘vittime inconsapevoli’ di un male che ancora si fatica a comprendere del tutto, forse perché legato ad un argomento tabù come il sesso, difficile da affrontare in famiglia e poco chiaro ai giovani che provano a spiegarselo da soli e senza un sostegno esplicativo valido e completo.
Il dato che preoccupa di più è sicuramente quello per cui il paziente-tipo non è più solo il tossicodipendente ma l’adulto maturo che subisce il contagio attraverso rapporti eterosessuali ed omosessuali; fa riflettere, infine, che l’aumento considerevole di donne contagiate dipende dal partner che, a conoscenza della propria sieropositività, non si preoccupa di renderla nota prima del rapporto. È fondamentale quindi che il Ministero competente riavvii una stagione di vera e propria sensibilizzazione alla malattia e di propaganda preventiva nelle scuole, sul web, nelle famiglie; è necessario che tutti gli organi d’informazione anche in vista della Giornata mondiale contro l’Aids (l1 dicembre), si preoccupino di integrare il lavoro del Ministero. Intanto, per chi volesse un refreshing memory sulla questione può visitare il sito del Ministero della Salute, in particolare il link http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=192&area=aids&menu=vuoto_cap1 . Perché, come dice una vecchia canzone dei Neri Per Caso, si può amare da morire ma morire d’amore no!

di Elisa Maria Caterina Mariella

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