“Il lato oscuro degli uomini”: il necessario cambio di prospettiva della violenza sulle donne

Siamo in un ambiente raccolto, caldo e con le pareti fatte di libri. La nota di colore dominante è rossa. Si, perché ogni donna seduta compostamente e pronta ad ascoltare e dibattere indossa un accessorio o un capo del colore che in questa giornata sta a rappresentare la più convinta partecipazione alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Siamo nel Caffè Letterario della Casa Internazionale delle Donne di Roma e la scelta della data non è ovviamente casuale, per la presentazione del libro “Il lato oscuro degli uomini” redatto a più mani da Alessandra Bozzoli, Maria Merelli, Maria Grazie Ruggerini ed edito da Ediesse. Il volume si presenta come una ricca e aggiornatissima ricerca su ciò che è stato fatto e si sta facendo in Italia in materia di violenza sulle donne. Un manuale che analizza i problemi gestionali e strutturali del fenomeno e che mira essenzialmente a dimostrare che è necessario un ribaltamento di prospettiva: la violenza sulle donne è prima di tutto un problema maschile. Affrontata in appendice è anche la spinosa questione del Decreto Legge di Agosto, onnicomprensivo, repressivo e assolutamente inadeguato: <<Non si è capita Istanbul, non si è capito il fenomeno e non si è capito il da farsi ma ci si è adagiati sull’idea che basta poco!>> dice Vittoria Tola, dell’Udi, Unione Donne di Italia, aggiungendo come nel manuale sia presente invece un’analisi della dimensione storica e strutturale delle violenze. Un Decreto che affronta una tematica ampia e complessa riducendola a mera emergenza sociale da liquidare con l’inasprimento delle pene e che, ancor peggio, scavalca la volontà e la capacità femminile di autodeterminarsi.

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Claudio Vedovati, giornalista e membro di Maschile Plurale, che ha contribuito alla stesura del libro, riconosce come un germe di cambiamento sia ora visibile. Nelle scuole dove la presenza femminile è scarsa ad esempio <<I ragazzi vivono la mancanza di donne come miseria ed hanno chiare molte cose. Non significa che in futuro non commetteranno violenza ma sanno già in partenza che sarà una scelta perdente>> e aggiunge <<Sanno che le relazioni con le donne arricchiscono e sanno che le relazioni stesse sono cambiate!>>. Una riflessione sull’attenzione mediatica che il fenomeno ha avuto e sta avendo negli ultimi mesi è d’obbligo: è certamente aumentata ma un miglioramento quantitativo di visibilità non corrisponde ad un approccio corretto, soprattutto se si continua con la sola vittimizzazione. Aggiunge Vedovati: <<La violenza deve smetterla di essere un capitolo delle problematiche sociali. Sono le relazioni di potere in tutti gli ambiti che vanno cambiate>>.
Un lavoro ben fatto che, basandosi su analisi profonde e critiche, cerca di instaurare un dialogo costruttivo proprio con la parte ‘colpevole’ dei fenomeni violenti. Un dialogo che è messo da parte troppo spesso per lasciare spazio a banalizzazioni atte solo a cavalcare l’onda mediatica. Unica nota negativa: troppi uomini sono ancora assenti quando si parla del loro ‘lato oscuro’. 

di Maria Chiara Pierbattista

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