Unioni civili: Ignazio Marino favorevole ai matrimoni gay
«Se uno si ama si sposa.» Sottolinea Ignazio Marino nell’ultima intervista a Repubblica Tv, apparendo ben determinato a portare avanti le promesse fatte ai concittadini romani che lo hanno eletto soltanto qualche mese fa. Un’affermazione già fatta dallo stesso sindaco alla festa di chiusura del Gay Village a fine settembre; unioni civili e registro regolare, dunque, per tutti gli omosessuali che vorranno ufficializzare il loro legame senza più remore o paure.
È un Paese indietro, il nostro, uno dei pochi assieme alla Grecia che non ha deliberato nulla legislativamente parlando a proposito delle unioni fra soggetti dello stesso sesso, come ha dichiarato il primo cittadino di Roma. Un tema delicato quello affrontato, che suscita non poche polemiche soprattutto da parte dell’ex sindaco Alemanno che etichetta le affermazioni di Marino come pura provocazione in omaggio al pensiero unico progressista. Anche il senatore Maurizio Gasparri (Pdl) si dimostra non favorevole, ritenendo l’idea di Marino una sorta di attentato alla nostra storia, cultura e identità nazionali che verrebbero così a cancellarsi con un colpo di spugna.
La vera novità riguarda però le adozioni. Marino ritiene che, nel rispetto dei diritti del bambino e della sua serenità psicofisica, non sia sbagliato dare l’opportunità a due soggetti aventi diritto in quanto cittadini italiani in pieno possesso delle loro facoltà di procedere all’adozione di minori, con l’unico scopo di dare loro una prospettiva di vita migliore. Verrà istituito all’anagrafe comunale il primo Registro delle Unioni Civili, che sarà unico per tutti i Municipi della città e che permetterà agli iscritti di beneficiare delle agevolazioni e dei benefici propri dei soggetti coniugati presso tutti gli assessorati. Per le cerimonie la capitale metterebbe a disposizione i locali che generalmente sono adibiti alla celebrazione dei matrimoni civili, prima fra tutti la Sala Rossa del Campidoglio; il testo della delibera è stato sottoscritto da sei consiglieri capitolini, ma la prima firmataria è stata Imma Battaglia, da anni attivista del movimento Lgbt nel nostro Paese.
Un piccolo passo avanti quello del sindaco, consapevole della necessità di una legge Nazionale che permetta al nostro Paese di raggiungere quel grado di democraticità e libertà che ancora non abbiamo; non siamo (e questo è chiaro a tutti) pienamente inseriti nel progetto d’Europa globale, verso il quale cerchiamo di porci in forma attiva. Un’Italia ristretta e bigotta, fatta di pregiudizi e occlusioni mentali verso ciò che non fa parte della ‘tradizione’, una società tutt’ora ancorata a vecchie gabbie mentali che non ci permettono di guardare oltre. Ignazio Marino dà a tutti noi una lezione di vita: imparare ad amare l’amore, in ogni sua forma, in ogni sfumatura, in ogni dimensione.
di Elisa Maria Caterina Mariella