G.I.R: l’identità ritrovata di Jorgelina Planas

L’11 ottobre 1977 Jorgelina Paula Planas ha appena compiuto 5 anni e cambia il suo nome in Carolina Sala. La sua vicenda è la stessa di molti altri bimbi argentini strappati alle loro famiglie durante la dittatura militare degli anni 70′. Oggi quella bambina è un’artista di 40 anni e racconta la sua storia a lieto fine nella mostra G.I.R- Geografie Interiori Ricostruzione.

Per confidarci la difficile odissea alla ricerca della sua identità smarrita, Jorgelina ha portato proprio tutto a Roma: dipinti, fotografie, documenti, lettere, giocattoli e tante foto di mamma e papà. “Eccomi, sono la somma di tutti questi pezzi che appartengono a un puzzle che faticosamente ho potuto rimettere assieme“. Il padre, un rivoluzionario di Santa Fe, viene fucilato dai militari argentini quando la piccola ha solo un anno, lasciando alla famiglia una pesante eredità che sfocerà nel sequestro della moglie nel 1977. La donna risulta ancora oggi “desaparecida”. Dopo alcuni mesi in orfanotrofio Jorgelina trova una nuova famiglia e solo nel 1996, grazie alla ricerca instancabile della nonna paterna, può riabbracciare suo fratello Damian e la sua famiglia biologica. Sono davvero pochi i ricordi dei nostri primi anni di vita che possiamo rintracciare, e quei pochi sono spesso alterati dalla fantasia che mischia inconsciamente realtà e immaginazione. Jorgelina negli anni ha riportato i suoi ricordi rarefatti su tela, dando vita a collages emotivi che ben rappresentano in ogni pezzetto la dispersione e la frammentazione interiore di chi ha perso la propria identità originaria.

Più che immagini vere e proprie, le memorie riprodotte sono cumuli di sensazioni, colori e suoni: ecco così che nei tritticci della memoria l’artista incolla insieme primi piani sbiaditi e vecchi spartiti, foto di palazzi e fogli di giornale. La mostra impressiona nella sezione Cartoline fatte da mia mamma: tutte le suggestioni di Jorgelina bambina, quelle che gli psicologi definirebbero il “conosciuto-mai-pensato” della prima infanzia, riemergono nel suo timbro artistico che scoprirà, a distanza di decenni, essere magicamente lo stesso della mammaLa mostra è allestita dal 18 novembre al 20 dicembre 2013 alla Casa della Memoria e della Storia ed è promossa dall’Ambasciata Argentina a Roma nell’ambito della Campagna per il diritto all’Identità, con lo scopo di sostenere l’instancabile lotta delle Abuelas de Plaza de Mayo (Le nonne di piazza Mayo) che da 36 anni lottano alla ricerca dei loro nipotini. Tra gli appuntamenti a corredo dell’esposizione il 16- 17 dicembre sarà proiettata una rassegna di corti teatrali realizzati dal Centro Sperimentale di Cinematografia legati alla campagna.

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