Zoran, il mio nipote scemo al cinema

Paolo Bressan (Giuseppe Battiston) trascorre le sue giornate a bere in un’osteria di un piccolo paesino vicino Gorizia. Cinico, misantropo, professionista del gomito alzato Paolo sembra non avere più alcun sentimento, lavora controvoglia come cuoco in una mensa per anziani e cerca di riconquistare la sua ex moglie (Marjuta Slamić) senza successo.

Un giorno nella sua vita entra in scena Zoran (per la prima volta sullo schermo Rok Prašnikar), un quindicenne occhialuto lasciatogli “in eredità” da una zia slovena, un po’ scemo ma che sa giocare benissimo a freccette. Paolo prende al volo l’occasione cercando di sfruttare in ogni modo il talento del neo nipote per tentare finalmente di fare centro nella sua vita. Si preparano quindi a partecipare al campionato mondiale di freccette che ha un montepremi di ben 60mila euro!
Presentato al Festival di Venezia, Zoran, il mio nipote scemo è il titolo dell’opera prima di Matteo Oleotto, regista goriziano che ha scelto di ambientare la storia al confine tra la provincia friulana e la Slovenia (il film è una coproduzione Italia/Slovenia-Transmedia/Staragara): “Dopo tredici anni passati a Roma, ho deciso di tornare a casa mia, in Friuli Venezia Giulia, per girare il mio primo film”- dice il regista- “Sono nato e cresciuto in un piccolo centro. Un tempo pensavo che in una piccola città non accadesse nulla d’interessante e che solo la grande città potesse essere un luogo vitale di scambio e d’interazione. Oggi sono pronto a ricredermi: la città può raffreddare e inibire il contatto, le persone possono nascondersi, confondersi, perdersi. In un paese questo non è possibile. E’ impossibile nascondersi o sottrarsi all’attenzione della collettività”.{ads1}

Tra un bicchiere di vino, un piatto di gulash e canzoni popolari “El vin tien su la vita, l’acqua la butta zò” (Il vino sorregge la vita/l’acqua la butta giù) Matteo Oleotto, che nel tempo libero si occupa di gestire la vigna di famiglia lasciatagli in eredità, mette in scena in modo innovativo un personaggio scorbutico, un antieroe che fugge dalla vita e dalle responsabilità preferendo passare le sue giornate a tracannare buon vino friulano. Paolo, un serbatoio di alcolici e di egoismo, un ciccione arrabbiato con la vita, professionista del gomito alzato e della menzogna compulsiva, un personaggio di cinica ironia che beve e sbraita, insomma che uno che o lo odi o lo ami. E Zoran che sembra scemo, ma scemo non è. Una commedia nuova nel panorama del cinema italiano, che mette in scena territori inesplorati (una storia ambientata a due passi dal confine sloveno) e che ribalta luoghi comuni con sensibilità. Non sappiamo se Zoran e Paolo faranno centro a freccette nella loro vita. Di sicuro però Matteo Oleotto fa centro e conferma che: “la buona cantina fa il buon vino”.

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