La fine di Poirot

È difficile riprendersi dopo che la propria serie tv preferita è giunta al termine della sua produzione. Ancora più difficile se nell’ultima puntata l’eroe, con cui abbiamo condiviso ansie e preoccupazioni, muore. È questo il caso di Poirot, uno dei programmi più longevi della storia della televisione.

Il primo episodio delle tredici stagioni è andato in onda nel 1989. Ventiquattro anni di indagini, misteri, intuizioni portate avanti con l’eleganza e la sapienza che hanno sempre contraddistinto il detective creato dalla penna di Agatha Christie. Si intitola Sipario (Curtain) l’ultima puntata trasmessa il 13 novembre dalla tv inglese e che rappresenta la chiusura di un grande cerchio: l’investigatore belga a torna dopo 55 anni a Styles Court, dove aveva risolto il suo primo caso, per incontrare il collega Arthur Hastings. In questa dimora inglese, teatro di una serie di delitti, Poirot si presenta su una sedia a rotelle per poi lasciarsi morire affetto da una malattia. Prima di morire, l’anziano investigatore scrive una lettera che Hastings riceve da un avvocato quattro mesi più tardi e che rivela un lato oscuro del detective, al punto di ribaltare la filosofia stessa dell’intera serie: Poirot, nel svelare la soluzione del caso, confida di aver ucciso un uomo. Un poliziotto killer alla Dexter, dunque, è l’ultima immagine che il grande attore David Suchet regala ai suoi fans. L’impeccabile, certe volte saccente, investigatore non ha seguito la morale professionale fino in fondo, mostrando quel lato non perfetto che sicuramente lo ha reso più umano agli occhi dei telespettatori e ancora prima dei lettori. Questo finale è, infatti, lo stesso ideato da Agatha Christie per chiudere definitivamente le indagini di Poirot, personaggio che dopo anni la scrittrice portava avanti a fatica e che definiva “un pesante fardello”. Sipario romanzo venne realizzato durante la seconda guerra mondiale, ma vide la pubblicazione solo nel 1975, sei mesi prima della morte della Christie. {ads1} Il sei agosto del ’75 il Times riportò in prima pagina la notizia della morte di Poirot come se fosse un lutto nazionale, e, a giudicare dello share raggiunto tre giorni fa, lo stesso sentimento di commiato è apparso per la fine della serie tv. Il grande rispetto nei confronti di Agatha Christie è stato dimostrato non solo nella fedeltà alla trama e all’anima del suo romanzo, ma anche nella scelta della location per le riprese dell’ultimo episodio. Styles Court, infatti, è proprio la casa in cui ha vissuto la scrittrice. «Mi piacerebbe vestire ancora i panni di Poirot, non mi sono stancato di convivere con lui. Sarebbe bello portarlo sul grande schermo, ma per adesso mi accontento di chiudere, e lasciare le porte aperte per un possibile futuro», ha dichiarato David Suchet, che ha sempre amato questo ruolo. Celebri sono le trasposizioni cinematografiche dei romanzi su Poirot, ma nessuna vede l’interpretazione di Suchet che si è “limitato” al piccolo schermo. Da Austin Trevor nel 1931, passando per Albert Finney, Peter Ustinov, e arrivando ad Alfred Molina nel 2001, sono molti gli attori che hanno indossato i panni del famoso detective. Per la programmazione italiana dell’ultima stagione di Poirot, si è ancora in attesa.

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