Refresh: Sel Roma si confronta con il sindaco Ignazio Marino
Sono in squadra insieme alla guida della Capitale ma non vogliono un matrimonio di facciata: per far funzionare le cose gli esponenti di Sinistra ecologia e libertà di Roma hanno voluto un incontro pubblico con il sindaco per discutere idee e proposte per migliorare il governo della città.
L’incontro-confronto, intitolato “Refresh. Idee e proposte di governo per riavviare Roma“, si è tenuto presso la sala Fellini degli Studios di Cinecittà. Il gruppo Sel di Roma Capitale ha presentato un documento di 65 pagine contenente una serie di proposte articolate in tre macrogruppi: il governo, la città e la vita. Ad aprire il dibattito Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio, che ha introdotto i temi da affrontare, argomentati nel documento, dalla necessità di introdurre, come promesso in campagna elettorale, il reddito minimo garantito per le persone con un reddito personale imponibile inferiore ai 7.200 euro l’anno. Si è tornato a parlare inoltre di un piano di emergenza casa, dell’impegno a mantenere pubblica l’Atac, della necessità di istituire un Registro delle Unioni Civili.
I temi sono caldi, gli animi accesi e gli interventi veementi. La consigliera comunale Imma Battaglia ha incalzato il sindaco al suono di un anaforico “caro Iganzio, tu sai bene” e ha denunciato che Roma è priva di ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione), strumento indispensabile per razionalizzare i costi – spesa pubblica in primis – e renderli trasparenti, oltre che per efficientare i processi e rendere la città al servizio dei cittadini. «Troppi milioni di spesa a Roma non vengono tracciati – ha denunciato la Battaglia – in questa città l’ICT non esiste e noi in commissione non possiamo farci niente perché non comanda la politica ma comandano i direttori di dipartimento. È necessario passare completamente all’open source per garantire la trasparenza». I minisindaci Andrea Catarci e Susy Fantino hanno parlato di necessità di decentramento delle risorse a vantaggio dei municipi, che potrebbero efficientarne l’uso in virtù di un rapporto diretto con la cittadinanza. Ad alimentare il dibattito anche il vicesindaco capitolino Luigi Nieri e il vicesindaco della Ragione Lazio Massimiliano Smeriglio, che ha abbassato i toni restituendo la giusta prospettiva a un dibattito che si propone costruttivo: «Quando invochiamo il cambiamento dobbiamo attuarlo noi per primi. Non dobbiamo agire in risposta a quanto fatto o non fatto dalla passata amministrazione ma dobbiamo capire qual è l’idea della città che noi vogliamo, e costruirla».
Tanti gli stimoli e le provocazioni in direzione di Ignazio Marino, che ha ringraziato per la schiettezza e la sincerità delle parole rivoltegli e ha dato conto delle scelte fatte in questi primi mesi di lavoro. Uno dei temi che più stanno a cuore al partito ecologista è quello dei rifiuti, sul quale Marino può vantare il merito di aver fatto chiudere in via definitiva la discarica di Malagrotta, promettendo di andare avanti in direzione di una raccolta differenziata spinta. Il nome della meritocrazia il sindaco ha poi dichiarato di voler mettere mano alla nomina delle governance delle municipalizzate, fin’ora decise in maniera del tutto autonoma dal sindaco, e ha dichiarato che da adesso saranno invece proposte dai cittadini (bastano cento cittadini a sostegno di una candidatura) e accompagnate da curricula pubblici. Un altro punto chiarito è quello della sospensione dei lavori della metro C: «Non pago 253 milioni se non so quando la metro verrà consegnata, quanta gente ci lavora e quanto verrà a costare in totale. Ho chiesto di firmare un nuovo accordo presso il ministero delle Infrastrutture con penali da pagare se non verrà rispettato. Solo allora ricomincerò a pagare per i lavori». L’ultimo grande tema riguarda il bilancio. Proprio in questi giorni, ha detto Marino non senza ironia, si va approvando il bilancio preventivo del 2013, che, non essendo stato fatto dalla giunta precedente, va stilato ora a posteriori e con un debito lasciato in regalo di 867 milioni di euro. Un situazione comica se non fosse drammatica. Già per il 2014 Sel chiede che il bilancio sia partecipato almeno per il 20% dai cittadini, in nome di un lavoro condiviso. Come nelle migliore famiglie, l’importante non è non discutere mai ma confrontarsi. Per poi agire.
di Francesca De Leonardis