Rosso Istanbul di Ferzan Ozpetek, questa volta non è un film

“Una sera, un affermato regista turco, che vive a Roma da alcuni anni, prende in gran fretta un aereo per Istanbul, la città dov’è nato e cresciuto. L’improvviso ritorno a casa scatena una serie di ricordi che sembravano sopiti…”. È il luogo in cui è cresciuto, la città che l’ha accompagnato durante la sua infanzia e la sua adolescenza, il posto – reale e non – che ha contribuito alla formazione della sua personalità (artistica).

Stiamo parlando di Istanbul, anzi di Rosso Istanbul (Mondadori), il libro-specchio – se così può esser definito – di uno tra i registi più noti dei nostri tempi. Ferzan Ozpetek è alle prese col racconto della sua vita, della sua educazione determinata dal suo nucleo familiare tanto vicino quanto eccentrico: la madre, bella e malinconica, il padre scomparso senza alcuna spiegazione, la nonna principessa ottomana. {ads1} L’appuntamento è oggi, mercoledì 6 novembre ore 18, in zona Appia Nuova – Roma. La Feltrinelli ha l’onore di ospitare l’autore di Rosso Istanbul, “dichiarazione d’amore a una città, libro sull’amore nelle sue mille sfumature”. Tutto è come in un suo film con la differenza che questa volta il protagonista sia proprio Ferzan Ozpetek. Lui, abituato a dirigere cast stellari – è stato paragonato a Woody Allen, Robert Altman, Bernardo Bertolucci – lui che ha la fama di dar vita a trame “improbabili”, tanto frastornate quanto verosimili. Intime. Lui, padre del cinema che disturba, il cosiddetto “cinema zanzara”. Ferzan Ozpetek che dal “portare tè e un biscotto, tutti i pomeriggi alla stessa ora, a Massimo Troisi sul set di Scusate il ritardo (1982)” ha esordito nel 2001 con Le fate ignoranti, seguendo con La finestra di fronte (2003) fino ad arrivare a Un giorno perfetto (2008), Mine vaganti (2010) e non solo.

La storia del protagonista viaggia parallela a un’altra vicenda, quella di una donna che si ritrova sullo stesso aereo Roma-Istanbul; una vacanza di piacere, un viaggio di lavoro, non è importante… Il fatto che tiene il lettore unito al racconto è il legame tra i due: da una parte un uomo che tutti conosciamo e che narra la sua storia e dall’altra la vita di una sconosciuta che a causa di un imprevisto cambia rotta fino al momento in cui i due “si sfiorano”. Rosso Istanbul è anche la descrizione di una città tanto amata quanto odiata, difficile da comprendere ma una volta fatto non gli si può sfuggire. Caffè, hammam, moschee… È Istanbul, incontro tra Occidente e Oriente, città natale di Ferzan Ozpetek, padre di quei film che “ti sanno pizzicare” ed è proprio per questo motivo che gli italiani lo stimano così tanto. Ironia, provocazione, verità. Proprio come Rosso Istanbul.

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