«Chiediamo le dimissioni del Governo»: ecco lo sciopero della fame di Alex e Jorge
Se in Spagna vi si parlerà di un fantomatico chilometro 0, state pur certi che non avrete a che fare con un venditore di automobili o con un appassionato di geografia bensì con qualcuno che sta cercando di indicarvi un ben preciso luogo della terra iberica. Questa location si trova a Madrid, più precisamente nella sua piazza più famosa, la celeberrima Puerta del Sol.
È qui che in uno dei marciapiedi più assaliti dalla movida, dagli artisti di strada e da vendedores de tapas per tutti i gusti, troverete una mattonella che indica il punto centrale della capitale e dell’intera rete autostradale della nazione. “Al Sol” per dire, nacque il Movimento degli Indignados due anni or sono, quando giovani – e non solo – decisero di scendere in piazza a far sentire il proprio malessere nella società contemporanea. Un esempio che venne poi replicato e riportato in auge in altri paesi, con un grido di manifesto disagio conseguentemente amplificato dalle nuove e relative proteste, vedasi le imponenti Occupy Wall Street e/o Primavere Arabe.
Non è un caso quindi che Jorge Arzuaga, venticinquenne di Bilbao, abbia scelto proprio questo snodo nevralgico della vita del paese per dar forma e sostanza al proprio pensiero. Qua il neolaureato in ingegneria, ancora inoccupato a un anno dal conseguimento del titolo, ha deciso di recarsi il 12 ottobre scorso dopo un bel viaggio dal nord della Spagna, stanziandosi e dando vita a una protesta pacifica, silenziosa, gandhiana: quella dello sciopero della fame. Il suo esempio è stato ben presto seguito; al fianco del giovane basco si è infatti recato, sotto la statua centralissima di Carlo III, un cittadino di Madrid, Álex Aceituna, anni 24. I due si sono conosciuti precedentemente in internet ed è qui che l’idea ha preso piede, è stata pianificata e quindi portata a termine. È proprio quest’ultimo, attraverso la metafora biblica del seme che va lasciato germogliare per raccoglierne i frutti, a definire e ben inquadrare lo scopo dei due giovani.
Il fine della protesta è infatti ben profondo, mirando a questioni psicologico-collettive e non a mere dimostrazioni solitarie. El pueblo unido jamás será vencido non è qui solo una canzone ma anche l’idea che questi ragazzi pongono in cima alla personale wishlist: solo unendo le persone e sconfiggendone le paure si potranno raggiungere comuni obiettivi. Quali, per esempio? «La possibilità di laurearsi e poter vivere degnamente nel proprio paese senza dover scappare via, la fine delle diseguaglianze sociali, il rispetto per l’istruzione e per la sanità, la fine della corruzione». Ma anche le dimissioni del Governo presieduto da Mariano Rajoy, colpito da ripetuti scandali e ritenuto «inadatto dopo aver disatteso e tradito ripetutamente le promesse elettorali».
Un’altra volta, dunque, un moto di ribellione generale sospinto da forti ali di insubordinazione viene dalla Spagna. Ben diverso nei modi e nei toni dalle precedenti maschere di Guy Fawkes ma con gli stessi grandi sogni, altrettante motivazioni e quel medesimo grido di battaglia che spesso altrove manca: “il coraggio è contagioso”.
P.S. L’eco mediatica della “Huelga de Hambre” continua a risuonare: nel momento in cui questo articolo è redatto, diverse persone di differenti età sono scese nelle piazze centrali di Siviglia, Cadice, Saragozza, Granada, Malaga e della stessa Madrid per unirsi al digiuno di Alex e Jorge.
La prima foto utilizzata è tratta da Diagonal Periodico.
di Mauro Agatone