Il Pigneto non può più aspettare

Ormai è notte ma Roma non dorme mai. La passeggiata pedonale pullula ancora di luci e rumori. Ordinaria amministrazione, non solo lungo le vie del Pigneto ma in tutta la città: ogni quartiere mostra ciò che è nascosto dalla luce del sole. Si vedono tre agenti della polizia farsi largo tra i gruppetti di giovani appollaiati all’ingresso dei locali. Qualcuno esclama <<Menomale!>> eppure, giusto un paio di metri più indietro un ragazzo si guarda intorno, sicuro, cercando di trattare con i passanti: eroina, marijuana. Ordinaria amministrazione.

Le iniziative prese dai cittadini per contrastare i fenomeni di spaccio e degrado, che stanno togliendo vitalità e oseremmo dire civiltà a questo quartiere, si susseguono ormai da mesi. Un primo piccolo traguardo è stato raggiunto il 14 ottobre scorso, giornata in cui il sindacoIgnazio Marino si è recato personalmente nelle strade ‘incriminate’ per parlare dei problemi e delle possibili soluzioni che ridiano linfa a questo quartiere. I cittadini, con i toni esasperati di chi da tempo è costretto a combattere contro i mulini a vento, prendono la parola: <<Ho chiesto ad uno spacciatore di non vendere eroina fuori dal mio negozio. Ci sono i bambini! Lui mi ha detto: se io non voglio, tu non lavori!>> dice un commerciante. <<Questo era una quartiere dove i bambini giocavano per strada, ora solo spaccio, pipì e sporcizia. E se ti rompono la macchina nessuno te la ripaga!>> aggiunge un altro.

Il Sindaco, dopo un accenno alle difficoltà finanziarie del comune, 867 milioni di euro di disavanzo per la precisione, promette: <<Nelle prossime settimane svolgeremo una serie di azioni, la prima è il contrasto severo e rigoroso di ogni azione criminale. Porteremo via i criminali da questo quartiere!>>. Per quanto riguarda il decoro urbano il sindaco ammette che sono molti i lavori che devono essere fatti. L’incontro si conclude con la decisione di imbastire un contatto diretto con i cittadini per programmare il da farsi a breve e lungo termine. Intanto le mobilitazioni continuano e per domenica 20 ottobre è indetto un altro pranzo sociale in Via Macerata al fine di discutere proposte, azioni concrete e scadenze da portare al tavolo di discussione con il sindaco.

I nodi da sciogliere sono molti ed appare chiaro ormai che la sola repressione contro gli atti criminosi serva a poco. La soluzione non è quella di proibire ad un tossico di bucarsi alla portata degli sguardi altrui, troverà un altro angolo dove consumarsi. Arrestare due o tre criminali? Altrettanti arriveranno determinati più che mai a sostituirli. Non dimentichiamo poi che le carceri sono piene. E allora ha senso spostarli un isolato più in là? Un agglomerato di attività ludico-commerciali, concentrate in una manciata di strade è inevitabilmente un luogo di ritrovo per molti, anche per coloro che intendono trarre profitto nei modi che ormai sono ben noti ai cittadini. Di certo non è pensabile stroncare o ridurre il giro economico nato intorno ai passatempi notturni di un quartiere. La legge della domanda e dell’offerta, però, vale anche per lo spaccio. Fino a quando la concezione e la convinzione che in determinati centri gli acquirenti pullulino, ci sarà sempre terreno fertile per questo tipo di attività e tutte le conseguenze degradanti che trascina con sè. Un lavoro graduale e articolato attende la giunta capitolina, ma che troverà soluzione solo se l’intento sarà risolvere i problemi alla radice. Il Pigneto non può più aspettare.

di Maria Chiara Pierbattista

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