Assemblea Generale, il mondo dopo il 2015, II parte

apertura-assemblea-generaleDiritti dei disabili, sviluppo sostenibile, pace, sicurezza, diritti umani e proliferazione delle armi: questi gli argomenti al vaglio nella seconda settimana della sessantottesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.

Durante l’incontro per l’approvazione di un documento per promuovere un piano di sviluppo inclusivo delle disabilità, i leader mondiali hanno sottolineato la necessità dell’adozione di strategie di sviluppo più ambiziose al fine dell’abbattimento di tutte le barriere, comprese quelle relative all’educazione, la sanità, l’impiego, la legislazione e la mentalità nella società attuale. John Ashe, ha fatto notare la lampante assenza dei diritti dei disabili negli obiettivi del Millennio e sottolineato che ogni progetto di sviluppo debba includere le persone affette da disabilità. Ha aggiunto che il termine “disabile” può essere inteso come “diversamente abile“, enfatizzando come gli individui con delle disabilità fisiche, sensoriali, mentali o intellettuali siano «la più grande minoranza del mondo», annoverando oltre un milione di persone.
il Prof. Enrico Giovannini ha ricordato come si debbano, in tal senso, tenere a mente due finalità: assicurarsi che lo sviluppo possa beneficiare i soggetti disabili e garantire loro la possibilità di contribuire allo sviluppo dell’economia e della società. Secondo le parole del Ministro, infatti, questo genere di “inclusività” rimane, ad oggi, insoddisfacente in termini di pari opportunità e non discriminazione.
A livello interno l’Italia ha messo a punto un piano d’azione di due anni per la promozione dei diritti e l’integrazione degli individui con disabilità per dare attuazione alla più recente legislazione nazionale ed internazionale.

Ineludibile il tema della pace e della sicurezza internazionale, tuttora minata dai numerosi conflitti in corso: John Ashe ha sollecitato la Repubblica di Corea a dar prova del suo impegno verso la denuclearizzazione, mentre il Segretario Generale ha dichiarato come consideri una priorità la soluzione delle tensioni in Congo e l’approfondimento delle accuse di abuso sessuale rivolte alla Missione delle Nazioni Unite in Mali. Ban Ki-moon ha, inoltre, descritto la crisi siriana come «la più grande sfida alla pace e alla sicurezza nel mondo», invocato la necessità che il governo di Assad onori gli obblighi relativi alla Convenzione sulle armi chimiche e fatto appello alla comunità internazionale in merito al monitoraggio e distruzione delle armi. Ha ricordato come, nonostante l’adozione del trattato sul commercio delle armi, il disarmo nucleare rimanga lontano, le armi mortali continuino a proliferare e il Trattato per il bando dei test nucleari non sia stato ancora attuato.
L’Unicef ha sottolineato come la situazione dei civili coinvolti nella guerra in Siria sia sempre più disperata e l’accesso umanitario che potrebbe mettere in salvo le vite di milioni di bambini sempre più urgente.
Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha evidenziato, oltre all’emergenza siriana, l’impellenza del conflitto arabo-israeliano e l’opportunità di mettere un freno alla corsa agli armamenti nucleari da parte dell’Iran.
Grande enfasi è stata data al piano di sviluppo sostenibile che dovrebbe dar seguito alla Conferenza di Rio del 2012. Il Segretario Generale si è detto deciso a creare una commissione scientifica per rafforzare il legame tra scienza e politica e ha sollecitato la finalizzazione di un accordo per combattere i cambiamento climatici, da realizzarsi entro il 2015.
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha ribadito come il forum serva a rafforzare la governance internazionale; che esso debba fornire una forte leadership politica per lo sviluppo sostenibile e lo sradicamento della povertà; e quanto un’ “economia verde” sia importante a questo proposito.

Il convegno è anche l’occasione per riaffermare l’impegno a combattere ogni forma di discriminazione o pregiudizio sulla base dell’identità sessuale di un individuo e per riconoscere nel potere economico delle donne un contributo alla prosperità post-bellica. Dato il ruolo della donna nelle attività di prevenzione dei conflitti e di ricostruzione, la discriminazione nell’accesso alle opportunità sociali ed economiche ostacolerebbe il processo di peacebuilding.
Fa desiderare che il 2015 sia vicino.

Assemblea Generale, il mondo dopo il 2015

Assemblea Generale, il mondo dopo il 2015, III parte

Claudia Pellicano

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