Telecamere nel quartiere? Solo facili scappatoie
Riuscirà il Pigneto ad uscire dal degrado a cui ormai sembra irrimediabilmente destinato? Il sindaco Ignazio Marino durante il minitour delle periferie romane, ha lasciato intendere la volontà della giunta di riqualificare il territorio, ma le soluzioni proposte non soddisfano gli abitanti del quartiere sfiancati dalla lotta contro i mulini a vento.
L’idea è quella di posizionare telecamere di videosorveglianza nelle strade a rischio per meglio monitorare le criticità della zona, in primis gli episodi criminalità legati allo spaccio che ormai rappresentano il cancro di questo angolo della Capitale. Il provvedimento però, già adottato in parte dalla giunta Alemanno con l’istallazione di telecamere di sicurezza lungo la strada pedonale, non sembra raccogliere consensi da parte dei residenti, che vedono nell’aumento del numero di registrazioni, solo un tentativo di scavalcare i problemi e non di risolverli.
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Nello specifico, le contestazioni alla proposta arrivano dal Comitato di Quartiere Pigneto-Prenestino, già da tempo, portavoce dell’esasperazione di chi in questo quartiere è nato, ha vissuto ed ora si trova ridotto ad avere paura di rincasare la sera. Innanzitutto, si analizza un precedente. Le telecamere, installate pochi mesi fa, non hanno portato benefici. Sotto di esse, i malviventi hanno continuato ad agire indisturbati senza il benché minimo timore di essere rintracciati dagli agenti. Inoltre l’illuminazione scarsa non favorirebbe la ripresa di ciò che ogni giorno si consuma per le numerose strade a rischio. Altro problema infatti è la vastità dell’area e i relativi costi dell’operazione, visto che il cuore pulsante della criminalità ha continuato a pompare indisturbato per mesi, irrorando di pericoli anche le zone limitrofe che vanno da Via Acqua Bullicante fino a Porta Maggiore e Piazza Lodi. I ‘pali sono ben posizionati, si sa. In aggiunta, anche i costi in termini di privacy fanno storcere il naso ai residenti. Nel comunicato del Comitato si denunciano anche la mancanza di bagni pubblici, soprattutto nelle ore della movida che rendono la passeggiata al Pigneto un disgustoso percorso tra gli angoli innaffiati di urina e le istallazioni di immondizia, ormai diventate parte integrate del paesaggio. Perchè magari invece di essere monitorati non potremmo semplicemente vedere qualche divisa in più fare due passi lungo le strade?
di Maria Chiara Pierbattista