Violenze: ecco la app intelligente che calcola i rischi
Benvenuti nell’era in cui gli uomini risolvono i piccoli drammi quotidiani con una app. Quell’icona sul nostro dispositivo mobile potrebbe aiutarci a trovare il palazzo che stiamo cercando o una sicura scappatoia dal traffico o dirci che tempo farà domani o semplicemente occupare quei 15 minuti in metro con qualche attività intelligente, ludica, stupida. C’è però chi ne ha creata una insolita, che a colpo d’occhio potrebbe sembrare troppo audace, capace di percepire i rischi e interpretare le situazioni. Precisamente questa tecnologia registra il rischio di violenza sulle donne.
COS’E’ “SAVE THE WOMAN”. Nata per volontà di Roberta Bruzzone, criminologa e Presidente dell’associazione “SOS vittima Onlus”, la nuova applicazione, scaricabile gratuitamente dall’App Store, si basa essenzialmente su un test. Si tratta di rispondere a domande avvalendosi di 5 possibili opzioni, toccando temi quali: indipendenza economica, rapporti e responsabilità all’interno del nucleo familiare e al di fuori. Terminati i quesiti, il sistema elaborerà i dati, tramite un algoritmo, rivelando il profilo dell’utente. Se la condizione della donna dovesse risultare a rischio, il dispositivo provvederà a fornire tutte le informazioni per ricevere gli aiuti necessari. Vengono così elencati sullo schermo i contatti dei centri specializzati in violenza sulle donne, divisi per regioni e zone, ma anche quelli di specialisti come psicologi e avvocati. Nel mese di giugno, Confindustria ha riconosciuto il merito sociale dell’iniziativa assegnandole il “Premio etico Best Practice 2013”, riconoscendo l’importanza di un approccio multidisciplinare e innovativo rispetto alla piaga del femminicidio. L’iniziativa ha riscosso sin dal principio un discreto successo. Sono migliaia i download effettuati gratuitamente. Tra i testimonial, ricordiamo l’impegno di Guglielmo Stendardo, calciatore dell’Atalanta e avvocato, diventato referente per mondo sportivo di “Save the woman”.
PREVENZIONE. La tecnologia si introduce così nel dibattito sul tema, supportando quei meccanismi di prevenzione ritenuti imprescindibili per placare l’escalation di violenza. Come ha ricordato la Presidente della Camera Boldrini, partecipando a Milano ad un Convegno sulle discriminazioni di genere, siamo di fronte <<ad una strage continua, serve un cambiamento culturale>>. A questo scopo un simile dispositivo è funzionale a dare innanzitutto la consapevolezza del rischio e a spingere la vittima verso la temutissima richiesta d’aiuto. Un tale “approccio tecnologico” al problema, di certo non fermerà una mano violenta pronta a colpire, ma è sicuramente un punto di partenza per mettere nero su bianco il fatto che la soggezione non è la normalità in un rapporto. Non ci aspettiamo una app futuristica che agisca per noi o che spruzzi uno spray urticante, ma un semplice dispositivo che accenda un campanello d’allarme nelle menti più deboli. Perchè no?
di Maria Chiara Pierbattista