Il cuore malato di Città del Messico si chiama Tepito

Tepito, quartiere centrale di Città del Messico, non è l’unico luogo della capitale messicana con spiccate problematiche sociali, ma essendo uno dei più antichi porta con sé una maggiore tradizione popolare legata alla povertà e alla vita di strada.

Conosciuto anche come Tepito Fayuca, termine di origine araba che fa riferimento alla merce di contrabbando, uno dei vari elementi tipici del quartiere messicano visti i numerosi mercati ricchi di tutti i tipi di prodotti che copiano le marche più famose, il cosiddetto barrio bravo (ovvero quartiere malfamato) oltre a ‘vantare’ una lunga serie di rapine, scontri fra bande criminali, sequestri, è anche associato a elementi culturali di grande attrazione e interesse per lo straniero. Il principale è quello del culto della Santa Muerte, ovvero la celebrazione della morte personificata da una statua con il volto di un teschio, ma al quartiere si può anche associare la presenza di murales dipinti da artisti locali, volti a incentivare l’arte plastica e l’intensa vita notturna con protagonisti i mariachis (i caratteristici cantanti con chitarra e sombrero) che, tutte le sere, intrattengono le persone con canzoni romantiche tipiche messicane e intramontabili. Da sempre però e soprattutto negli ultimi mesi, leggere il nome di Tepito in un giornale significa essere pronti a trovarsi di fronte a nulla di buono. Dalla sparatoria che ha avuto luogo circa un mese fa in un palestra del quartiere a sequestri da parte della polizia di droga nelle case degli abitanti, fino alla registrazione della presenza, solo all’interno del barrio, di quindici gruppi criminali attuata dalla Lantia Consultores, impresa specializzata nell’analisi delle Politiche Pubbliche.

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Questi macabri elementi hanno portato le autorità ad agire a favore di un sollevamento sociale tanto di Tepito quanto di altri quartieri di Città del Messico, noti per il susseguirsi di crimini e violenza. Rosa Icela Rodríguez, titolare della Segreteria dello Sviluppo Sociale, ha promosso la creazione di corsi per madri di famiglia dei quartieri in oggetto volti a insegnare loro come stimolare, sviluppare emotivamente e elargire autocontrollo ai propri figli e rappresentanti il primo passo di allontanamento dalla violenza, alla quale la maggior parte dei giovani residenti in queste zone malfamate sono destinati. Precisamente sono dieci i punti sui quali si focalizza il programma sociale, indetto circa un mese fa ma che solamente ora sta dando dei risultati. Per citarne alcuni, sono, oltre a quello sopraccitato: il creare posti di lavoro ai residenti, impulsare la diffusione di borse di studio per permettere l’accesso agli studi ai giovani del luogo, elargire assistenza giuridica per risolvere i diversi problemi degli abitanti, realizzare seminari su temi di pace e violenza per sensibilizzare le persone, rendere partecipe la gente del luogo dei programmi di cura della città che prevedono la pulizia delle strade, la raccolta differenziata etc. e l’organizzazione di giornate all’insegna della prevenzione di malattie. La strada da fare, a detta della Segretaria Rodríguez, è ancora tanta, ma i primi miglioramenti si sono già verificati: uno di questi è la diminuzione del 30% rispetto all’anno passato della tendenza a commettere delitti nel quartiere di Tepito grazie a una maggiore presenza delle autorità all’interno della zona.

di Ilaria Francesca Petta

Fonti: http://www.excelsior.com.mx/comunidad/2013/07/15/908891#.UeQLrbIrtbE.twitter; 

http://www.excelsior.com.mx/comunidad/2013/07/09/908124.

 

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