Bondi shock: «Inquinamento a Taranto? Colpa del tabacco»
Il torrido sole estivo è solito baciare le zone costiere per renderle più belle, vive e vissute nei mesi tra giugno e agosto. Eppure, la zona ionica della città di Taranto non sembra giovare particolarmente delle positive e non troppo afose temperature esterne.
A riscaldare ulteriormente la piazza, infatti, ci ha pensato ieri Enrico Bondi.
Il commissario straordinario dell’Ilva è intervenuto attraverso una nota inviata al direttore generale dell‘ARPA Giorgio Assennato e al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, comunicando i primi risultati della sua osservazione: «è erroneo e fuorviante attribuire gli eccessi di patologie croniche oggi a Taranto a esposizioni occupazionali e ambientali occorse negli ultimi due decenni – affidando le responsabilità e le colpe a – fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell’accesso a cure mediche e programmi di screening […] A tale proposito è noto che a Taranto, città portuale, la disponibilità di sigarette era in passato più alto rispetto ad altre aree del Sud. L’enfasi sul possibile ruolo dell’impianto siderurgico sulla mortalità a Taranto sembra essere un effetto della pressione mediatico-giudiziaria, ma non ha giustificazioni scientifiche».
Dichiarazioni che non sono passate inosservate e che hanno suscitato un vespaio di reazioni. La prima, fortissima, è stata di Angelo Bonelli, leader dei Verdi presente nel consiglio comunale cittadino, che ha definito le parole di Bondi «un’offesa gravissima ai cittadini di Taranto che sono costretti a convivere con un inquinamento che, come si legge nelle perizie dei magistrati tarantini, provoca malattia e morte»,
Si è fatto sentire anche il Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, che ha chiamato Bondi a riferire e chiarire in commissione ambientale. Abbastanza compatte e sdegnate le prese di posizione dal mondo democratico che, a onor di cronaca, è lo stesso che ha conferito a Bondi questa nomina d’alto prestigio. SEL e Movimento 5 Stelle non hanno risparmiato dure critiche, chiedendo le dimissioni del commissario. Per Vendola si tratta di una «dimostrazione di arretratezza culturale della classe dirigente», mentre i “grillini” hanno chiesto la revoca dell’incarico all’ottantenne dirigente.
In giornata, sono arrivate le rettifiche. Bondi ha infatti chiarito spiegando la sua iniziativa: «ho ritenuto doveroso inoltrare tale parere, nel testo che mi era stato trasmesso, come contributo al procedimento avviato dalla Regione Puglia: tale parere tecnico non ha ovviamente alcuna incidenza né sulle iniziative ambientali in corso, né sul Piano di risanamento ambientale dell’Ilva che è in elaborazione e che terrà conto sia dei rischi ambientali che di quelli sanitari».
Parole che non hanno tuttavia convinto il Sindaco Ippazio Stefàno, che oggi ha chiesto le dimissioni del commissario.
di Mauro Agatone