Prandelli e il bluff del codice etico
Per sua fortuna Osvaldo è in vacanza altrimenti il codice etico sarebbe calato implacabile sulla sua testa. Si perché finora sembra che la pagliacciata prandelliana di trasferire all’interno della Nazionale valori da rispettare aldilà della propria valenza agonistica sembra colpire solo il centravanti in procinto di abbandonare Roma
Per sua fortuna Osvaldo è in vacanza altrimenti il codice etico sarebbe calato implacabile sulla sua testa. Si perché finora sembra che la pagliacciata prandelliana di trasferire all’interno della Nazionale valori da rispettare aldilà della propria valenza agonistica sembra colpire solo il centravanti in procinto di abbandonare Roma. Osvaldo in Brasile non c’è, reo di aver criticato cinguettando il suo allenatore giallorosso Andreazzoli. Già su questa decisione studiosi dell’etica e fini conoscitori della semantica potrebbero asserire “Ma saranno pure cazzi suoi?”, però se questo è l’univoco dettame del CT ci si adegua e si lascia il Johnny Deep de noantri a casa. Che sia di esempio. Ma per chi? E soprattutto chi stiamo prendendo in giro? Siamo italiani e sappiamo bene che la legge è uguale per tutti, per alcuni un po’ di più. Non c’ è bisogno di rivangare casi lontani come Gattuso che dribblò i controlli anti doping ma che nessuno si sognò di punire o di Marchisio che sbeffeggiò l’inno nazionale, per non parlare del povero Criscito che fu l’unico rimandato a casa dal ritiro europeo per l’ultimo scandalo scommesse, ma quello che avviene ora è veramente ridicolo visto che Prandelli ha sempre in bocca sto codice etico. Ma l’allenatore, da ultima lettura di labiale, ha in bocca qualcos’altro. Il bestemmione da competizione lanciato al momento del definitivo vantaggio azzurro sul Giappone probabilmente rientra nei canoni etici della Federazione visto che in pieno stile SISMI tutti si sono prodigati a smentire l’accaduto, abbastanza goffamente visto che non è la prima volta che il CT nel momento dell’orgasmo sportivo ricorda alle divinità la loro natura animale. Se proprio non si può affrontare il Brasile senza mister dateci almeno qualche altra testa per non credere che il codice etico sia stato creato solo per Osvaldo. Nonostante la tarda notte a nessuno è sfuggito come sul 2-0 per il Giappone e con i nipponici che ci prendevano baldanzosamente a pallonate la panchina azzurra ridesse a crepapelle con Diamanti direttore d’orchestra. Che uno come Balotelli non sia vittima del codice etico ci sta: non è vero che tutti sono uguali, i più forti hanno privilegi ed inoltre imbrigliare Super Mario con regole di questo tipo è come cercare di infilare un profilattico ad un orso polare. Ma che uno come Diamanti, cioè stiamo parlando di Diamanti, un “magrone”, un dieci quarto in una partita di tressette, si permetta di sghignazzare e trascinare con lui gli altri panchinari mentre gran parte dei tifosi azzurri cercava un cantuccio in cui nascondersi, non è accettabile. Dovremmo ricordare ai panchinari (e anche a quelli in campo in verità) che la maglia della Nazionale è qualcosa a cui molti tifosi sono visceralmente attaccati ed inoltre, più prosaicamente parlando, loro non percepiranno un granchè dalla trasferta brasiliana ma alla Federazione (e quindi i contribuenti) costa e con questi chiari di luna vedere 4 idioti che prendono in giro i compagni in campo e i tifosi nottambuli fa veramente rodere il culo. Non chiediamo un granchè a Prandelli, solo che quel mediocre funambolo di Diamanti torni a casa a farsi una grassa risata su sto c….