Tutto deve cambiare, perché nulla cambi: pronto il salva Riva parte 3?
È notizia fresca quella del commissariamento dell’Ilva da parte dello Stato. Sostanzialmente, tutte le parti erano d’accordo sull’intervento d’urgenza; lo sono state meno, però, nei confronti della persona che è stata nominata per questo importante ruolo: Enrico Bondi.
“Esperto di crack”, come soventemente soprannominato, l’ottantenne manager è noto per essersi occupato di numerosi casi scottanti: da Parmalat a Telecom e Montedison, passando per la Lucchetti, altra acciaieria. Ma come detto, non sono mancate le perplessità. Angelo Bonelli dei Verdi e Nichi Vendola, Governatore della Regione, si sono mostrati – per una volta – compatti e unanimi nel giudizio di bocciatura: sarebbe servito, per loro, uno stacco netto dalla precedente amministrazione; è stato invece nominato lo stesso ex Amministratore Delegato chiamato dai Riva, in aprile, poi dimissionario dopo i primi sequestri.
Nonostante i compiti di funzionamento amministrativo e finanziario dello stabilimento si svolgeranno nell’arco di 36 mesi, sono immediati e urgentissimi gli impegni cui dovrà assolvere Bondi: l’11 giugno è previsto l’appuntamento con il Tribunale del Riesame, il giorno dopo, 12, il pagamento degli stipendi. Ma c’è anche, e soprattutto, la prosecuzione dell’Aia. È proprio su quest’ultimo punto sono scatenati i rappresentanti di Peacelink e dei comitati ambientalisti del capoluogo ionico: nonostante i processi, da giorni si stanno diffondendo in rete video notturni nei quali l’azienda è immortalata quale protagonista dell’emissione di una moltitudine di fumi altamente inquinanti, in orari nei quali, dunque, è controllata in maniera minore. Ed è qui che quindi potrebbe disputarsi un’importante partita: sul risanamento ambientale, laddove – per dire – il garante ha riscontrato 11 (undici!) infrazioni.
Ma il futuro dell’Ilva potrebbe, non solo attraverso la figura di Bondi, vivere un ritorno di fiamma con la vecchia proprietà. Secondo il Presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti, la famiglia Riva, già “aiutata” di fatto due volte nel passato, prima da una legge ambientale di Stefania Prestigiacomo e poi dal “salva-Ilva” del Governo Monti, potrebbe sfruttare un ulteriore incentivo da parte del Governo Letta. In una recente intervista al ‘Sole 24 Ore‘, il sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti (Pd) ha sentenziato infatti che non vi saranno espropri e che «la proprietà dell’Ilva resta dei Riva che rientreranno nella pienezza dei diritti appena il lavoro di commissariamento sarà completato».
Una dichiarazione che effettivamente, se seguita da nuove azioni di Governo, potrebbe continuare questo infinito braccio di ferro con la Magistratura, già al centro di molteplici critiche e diffide da parte di chi notifica il tutto come un incredibile conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.
Mancano tuttavia pochi giorni per conoscere l’effettiva verità e poter tracciare una linea: bisognerà infatti aspettare il frangente tra il 24 e il 28 giugno per vedere la eventuale conversione del decreto legge alla Camera. Nel mentre, i fiumi di polveri possono pure aspettare: con tanti auguri ai locali come pure a quei turisti che sceglieranno di andare a «ballare in Puglia».
di Mauro Agatone