Ivanovic all’ultimo respiro, Europa League al Chelsea
Il Chelsea vince la quarta edizione dell’Europa League, lo fa al termine di una finale piacevole e equilibrata vinta 2-1 contro un Benfica più bello da vedere ma meno concreto e spietato
. Queste ultime qualità non fanno invece difetto ai Blues, capaci quindi di mettere le mani su un altro titolo europeo dopo la Champions League dello scorso anno. E’ una vittoria significativa anche per Rafa Benitez, il traghettatore tra la parentesi Di Matteo e il Mourinho bis, il tecnico osteggiato fortemente dalla tifoseria ma che chiude la stagione con un trofeo e (molto probabilmente) con il terzo posto, regalando a Mourinho stesso il pass per la prossima Champions. Vero che dopo il ripescaggio dalla Champions il Chelsea recitava il ruolo di grande favorita, ma rispettare le attese non sempre è facile. L’anno scorso Manchester United e Manchester City rimediarono magre figure negli ottavi di finale, il Tottenham quest’anno è uscito al cospetto del Basilea (poi battuto in casa e fuori dallo stesso Chelsea). E le coppe vanno vinte a maggio, non a agosto.
Qualche parola va doverosamente spesa per il Benfica di Jorge Jesus, un tecnico bravo quanto sfortunato, almeno quest’anno. Domenica la sconfitta al 92’ contro il Porto che è costata il sorpasso a una giornata dalla fine, ieri la beffa al 93’ nella finale di Europa League. I portoghesi erano giunti a Amsterdam con il gioco e i risultati, arrivati con continuità tanto in casa (quattro vittorie su quattro) quanto in trasferta (due vittorie, un pari e una sconfitta), anche grazie ai gol del bomber Oscar Cardozo, paraguaiano di trent’anni che da qualche stagione segna gol a grappoli e calcia di sinistro come pochi. Anche in finale Cardozo ha timbrato il cartellino su rigore, più un’altra rete annullata per un fuorigioco millimetrico. Avesse una maggiore velocità sarebbe davvero un attaccante completo.
Tanti comunque i giocatori interessanti nel Benfica. Oltre al portiere Artur, bistrattato alla Roma e decisivo a Lisbona, e allo storico capitano Luisao, brillano le giovani stelle di Matic, centrocampista classe ’88 con un passato al Chelsea e con ogni probabilità un grande futuro, Gaitan, cresciuto al Boca dove faceva coppia in attacco con il grande Martin Palermo e ora astro nascente in Europa, Salvio, alla terza finale in Europa League dopo le due vinte con l’Atletico Madrid, e Garay, centrale roccioso ma anche bravo con i piedi transitato già per il Real Madrid.
Nel Chelsea invece è stata la serata del Nino Fernando Torres, tornato a essere decisivo come ai tempi d’oro. Gol da grande attaccante il suo, che ha aperto le marcature al 60’ dopo un’ora abbondante di gioco in cui i lusitani erano stati superiori. A Torres ha risposto Cardozo su rigore otto minuti dopo, poi l’esperienza e la classe dei veterani del Chelsea ha fatto la differenza. Lampard, non appagato dal record di gol di sabato voleva decidere anche l’Europa League, ma il suo destro fulminante si è spento sulla traversa. Si è accontentato di alzare il trofeo poco dopo assieme a John Terry, capitano non giocatore come dodici mesi fa a Monaco. Questo grazie alla palombella di Ivanovic a tempo scaduto su azione d’angolo, palla alle spalle di Artur e coppa in bacheca per il Chelsea.
Per il Benfica si tratta invece della settima finale europea persa, in un digiuno di trofei continentali che dura ormai da cinquantuno anni.