Tutti gli uomini del Quirinale. Alle prime votazioni vince lo humor
Non che ci aspettassimo che la politica avesse lo scatto al fotofinish, per prendere l’ultimo treno. Una tranquilla maratona alternata da una manciata di schede bianche era prevedibile. Dalle elezioni del Presidente della Repubblica però, un segnale ce lo aspettavamo. Eccolo, puntuale. Rimandate le vere decisioni e rimandata ancora la vera politica.
Una monotona cantilena che recita Franco Marini, alternata da qualche intermezzo che stona un Marini Franco rimbomba in aula per voce del Presidente della Camera, Laura Boldrini. La prima parte delle votazioni sembra infatti avere la firma dell’inciucio più temuto dall’elettorato basso. Un nome tirato fuori dal cilindro dall’occasionale super partito PD-PDL. Ma un quorum di due terzi, ovvero 672 voti, su un elettorato complessivo di 1007 unità, è un muro troppo alto da scavalcare. E ci pensano i dissidenti a far cambiare musica in seduta. Il candidato del M5S, appoggiato anche da Sel, Stefano Rodotà, 240 consensi alla seconda votazione, comincia ad accumulare consensi così come il prescelto dai renziani, Sergio Chiamparino, che arriva a quota 90. Ma ci si annoia in seduta, così gli alti elettori danno libero sfogo alla fantasia e si dividono tra vari e improvvisati schieramenti.
Il piccolo partito degli anonimi evergreen non esita a proporre un Giulio Andreotti, un Mario Segni o un Ingrao. Dal’altro lato il più dinamico gruppo degli sportivi punta su Rivera e Trapattoni e perché no Roberto Mancini, forse amareggiati dal fatto che Balotelli non sia candidabile per evidenti problemi anagrafici. Poi c’è la cospicua rappresentanza dei nostalgici che non possono non riesumare un Gianfranco Fini, un Giuliano Amato, un D’Alema o una Alessandra Mussolini. Il motto comune a tutti è ‘voglia di rinnovamento’, si sa. Tra di loro è doveroso annoverare anche l’anonimo elettore che ha optato per il nome di Rocco Siffredi, certo un degno rappresentate del made in Italy visti anche i recenti successi del nuovo Montepulciano d’Abruzzo ‘Rocco’. Infondo, altre sue ex colleghe dissero la loro in Parlamento. Ultimi ma non meno audaci i fanatici dei riflettori che pescano personalità dovunque: Michele Cucuzza, Santo Versace, Veronica Lario, Fiorello e perché no Valeria Marini. Poi, quando la creatività degli elettori sembrava esaurita, coup de théâtre, anche il Conte Mascetti è candidato alla Presidenza della Repubblica Italiana. Sarà lusingato Ugo Tognazzi, la ‘supercazzola’ un certo peso lo avrà di sicuro. Alle prossime votazioni Romano Prodi sembra l’asso nella manica, aperte le scommesse sugli sfidanti.
di Maria Chiara Pierbattista