Quando parlare di pallavolo diventa impossibile, lo sfogo di Paola Croce

esultanza cruzLa pallavolo femminile è ormai un movimento in fin di vita, quest’anno oltre alla testata online Volleyball.it, che ha dato un ampio spazio a questa situazione, anche noi nel nostro piccolo abbiamo sottolineato i gravissimi

problemi nei quali si trova questo settore. Oggi ancora una volta, con il rischio di essere ripetitivi ci soffermiamo su l’ennesimo caso di vergogna che le giocatrici di pallavolo si ritrovano a sopportare, perché non possiamo girare la testa dall’altro lato e far finta di nulla, per questo ci pensa già la Federvolley.

Lo sfogo questa volta è di un’azzurra, Paola Croce, che dopo aver vissuto il fallimento vergognoso di Modena e costretta a metà campionato a cambiare società, ora si ritrova a scrivere una lunga lettera a Volleyball.it, perché questo sembra ormai diventato l’unico modo per far sentire il proprio dissenso o certe volte per richiamare l’attenzione su problemi che altrimenti passerebbero in sordina. La giocatrice azzurra sulle pagine web, dopo aver incontrato altri problemi nel club di Urbino, espone senza mezzi termini la situazione incresciosa di atlete come lei e dà sfogo a tutta la sua rabbia, perché come scrive “Credevo d’aver visto e vissuto a Modena la mia peggiore esperienza, invece, come spesso accade, al peggio non c’è mai fine.” L’azzurra denuncia la triste situazione nella quale ormai molte come lei si ritrovano, denuncia l’assenza di rispetto per un lavoro al quale non viene conferita alcuna dignità. Paola Croce sottolinea le mancanze di questo sistema: “Noi dilazioniamo il nostro stipendio in 10 mensilità quando, ad una società, per iscriversi alla stagione successiva, è sufficiente aver pagato soltanto il 70% degli stipendi relativi al campionato precedente; e il nostro restante 30%?!? Dovremmo forse intenderlo come una sorta di bonus lasciato a discrezione delle società?!? (…) Attualmente, quando ci si incontra tra noi atlete, il primo discorso non riguarda più questioni attinenti al campionato e al nostro rendimento ma verte solo ed esclusivamente su questioni economiche. Per intenderci le domande che ci facciamo sono inevitabilmente: come stai?!? Ti pagano?!? Quanti stipendi hai percepito?!?”

Ad aggiungere amarezza a queste parole la situazione di Chieri, dove le giocatrici non vedono ancora stipendio e la Federazione ha sanzionato la società con un solo misero punto di penalità, cosa che cambia ben poco la classifica di A1. Di questo passo a breve la pallavolo, almeno quella femminile, non esiterà più, quello che un tempo era uno dei nostri fiori all’occhiello ora, come spesso accade, sta morendo a causa dell’indifferenza e della noncuranza. La Federvolley continua la sua politica del silenzio e le società in difficoltà o fanno umilmente mea culpa e abbandonano il campo oppure seguono la via della truffa in un far west senza sceriffi. Ci dispiace che a rimetterci poi ci siano persone come Paola, che rappresenta in questo momento con la sua lettera tutto il mondo del volley rosa.

 

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