The Little Black Jacket
Tutto ha inizio quando prende vita nelle forme e nelle proporzioni fino al momento in cui le sezioni coincidono col tweed, naturalmente noir. Taglio, assemblaggio – busto, maniche, tasche – e finissage. Il tutto prima del controllo finale da parte del maestro, un tempo Mademoiselle Coco, oggi Monsieur Lagerfeld.
Little Black Jacket o Petite Veste Noire, “frutto di un lavoro artigianale”, da sabato 6 aprile è la protagonista di una mostra milanese, negli spazi della Rotonda della Besana. Dopo Berlino, Londra, Parigi, New York e Tokyo finalmente anche nella capitale della moda italiana, The Little Black Jacket è un percorso fotografico che racchiude 113 scatti, dedicati alla celebre giacca nera creata da Gabrielle Chanel alla fine degli anni Cinquanta.
L’autore è Karl Lagerfeld, direttore della storica maison, che affiancato dallo styling di Carine Roitfeld, fashion director di Harper’s Bazaar, porta in scena volti noti nel campo della moda e del cinema. L’attrice-modella Diane Kruger afferma “La indosso perfino sul pigiama a colazione” e mentre un’altra promessa del cinema Kirsten Dunst la abbina a un reggiseno leopardato, la top model Freja Beha vi affianca il velo da suora. La indossano anche l’attrice futura mamma Charlotte Gainsbourg, l’actrice française Clotilde Hesme con i guanti da Topolino e la director Sofia Coppola con la T-shirt da marinaio. Definita da Karl Lagerfeld “simbolo di un’eleganza disinvolta, atemporale e intramontabile”, la Little Black Jacket è il fil rouge che lega l’aspetto e la personalità di questi personaggi tanto noti quanto differenti l’uno dall’altro.
Ed è proprio il talento del maestro ad affiancare il fascino di Micheline Chaban-Delmas, vedova dell’ex Premier francese, con l’innocenza di una bambina di due anni, interpretando questo capo con maestria e nonchalance. Abile e “democratico” anche nel rappresentare l’artista giapponese Yoko Ono con cilindro e occhiali neri, la direttrice di Vogue USA Anna Wintour – che posa di schiena ma il suo caschetto è inconfondibile – e la stessa Carine Roitfeld. Sono passati cinquantanove anni da quando Mademoiselle Coco nel 1954 dà vita a “una vera e propria icona mondiale, frutto della sua creatività anticonformista e sofisticata”. Banale e scontato ma è il caso di dirlo: la moda passa, lo stile resta. A Milano, fino al 20 aprile.