Il Pdl fa muro: «Con noi al governo o si torna al voto»
Giorni di consultazione per Bersani che, dopo aver incontrato sindacati e parti sociali, arriva al banco dei partiti. Il colloquio con Pdl e Lega si conclude con un Alfano che punta i piedi: «Se non verremo coinvolti in un governo di corresponsabilità non daremo nessun appoggio a Bersani».
Questa fase di pre-incarico si sta dimostrando particolarmente impegnativa per Pier Luigi Bersani, intento a racimolare fiducie da presentare giovedì a Napolitano a garanzia di un governo possibile. Dopo aver parlato con associazioni e parti sociali è la volta dei partiti, a cominciare dalla consultazione con Pdl e Lega. Il percorso è accidentato da ostacoli travestiti da parole d’appoggio. Tutti, da Alfano a Maroni, dichiarano infatti di auspicarsi un governo che duri, solido, in grado di affrontare e risolvere i problemi del paese ma, in un contesto senza vincitori, ognuno si sente abbastanza forte da poter dettare le proprie regole.
Grande assente alla consultazione Silvio Berlusconi, reduce dal comizio in Piazza del Popolo a Roma dove in effetti più che parlare di accordi di governo e fiducia era in clima da campagna elettorale. Presente invece il segretario Angelino Alfano e ha dovuto pensarci lui a mettere i paletti e imporre condizioni. Alfano ha infatti affermato che sarebbe incomprensibile un atteggiamento di chiusura da parte di chi ha ottenuto solo tre decimali in più alle elezioni e che non ci sarà appoggio al leader democratico senza un governo di corresponsabilità. Ma cosa intende Alfano per chiusura? Nei fatti il rifiuto di affidare a un rappresentante scelto dalla coalizione di centrodestra una delle cariche chiave dello Stato. Qualche giorno fa, in merito alla proposta di Berlusconi dell’eventualità di Alfano vice premier, Bersani aveva risposto con un icastico «siamo seri» e ugualmente ha sorvolato sulle richieste della destra di scegliere il prossimo Presidente della Repubblica. Se ne fa come al solito una questione di poltrone e così l’accordo, che più che essere un patto di governo ha il sapore del ricatto, non si trova. Alfano a margine dell’incontro consultivo ha dichiarato: «Le posizioni restano molto distanti, e se così resteranno anche nelle prossime 48 ore ribadiremo che l’unica strada è tornare al voto».
Un responso che non lascia presagire un appoggio in cambio di nulla, ma Bersani indossa la maschera dell’ottimismo e nella conferenza stampa seguita al colloquio ha detto che, pur essendoci problemi e necessità di lavorare ancora, l’urgenza del dialogo comincia a essere più chiara e comprensibile a tutte le parti. Una risposta più rassicurante l’ha ricevuta dai montiani ma il vero, grande scoglio è quello della consultazione con i grillini, trasmesso in diretta streaming in nome della trasparenza. Il giro di vite si stringe, le ore si accorciano e Bersani comincia a sudare freddo. E con lui il paese.
di Francesca De Leonardis