Nepalese Toothpic(k)s, gli sguardi del Nepal
Gli occhi sono lo specchio dell’anima e attraverso di essi noi riusciamo a cogliere la vera essenza delle persone. Occhi scuri, occhi a mandorla, occhi orientali… in grado di esprimere gioia, speranza e talvolta timore e rabbia. A volte con lo sguardo si riesce a comunicare di più e più efficacemente di quanto non consentano la parola o lo scritto.
Sguardi intensi, sguardi di bambini che sorridono maliziosi di fronte a un fotografo straniero, altri che fissano, con il broncio e le braccia conserte, lo stesso strano personaggio, dai tratti somatici differenti e gli occhi azzurri. I bambini appartengono a un popolo, quello nepalese e gli scatti sono il frutto di un viaggio di Simone Caliento, che in Nepal ha dato sfogo alla sua passione per la fotografia, mostrandoci un mondo fatto di sorrisi, purezza e condivisione. Il suo percorso fotografico dal titolo Nepalese Toothpic(k)s (stuzzicadenti nepalesi) è esposto al Cappellari Tonight Show, nuovo palinsesto del Piccolo Teatro Campo d’arte, dal 16 al 22 marzo. Il progetto nasce a scopo puramente benefico e i proventi saranno devoluti all’Associazione di nepalesi a Roma, il cui presidente Dev Gurung, si occuperà personalmente di farli recapitare al suo paese natale. L’Associazione da anni si occupa dell’accoglienza e assistenza della comunità nepalese presente a Roma, mediante aiuti concreti.
Perché stuzzicadenti? “La prima ragione si rifà banalmente alla mia professione di dentista, poiché la fotografia rimane soltanto una grande passione”, ci spiega Simone Caliento. Ma c’è un motivo più profondo, continua, “quello stecchino di legno in qualche modo rappresenta il popolo nepalese, tanto fragile se preso singolarmente quanto difficile da distruggere nella sua interezza.” In questa metafora è racchiusa la forza del Nepal: una terra problematica dal punto di vista politico, economico e sociale. Basti pensare che la capitale Katmandu, con due milione di abitanti, riesce a beneficiare dell’energia elettrica per sole tre ore al giorno. Un paese schiacciato da due grandi potenze come India e Cina, mai stato indipendente ma che, nonostante le reali difficoltà, riesce a rimanere unito. Un popolo semplice e al tempo stesso complesso nella sua diversità: cento diverse etnie e due diverse religioni che convivono pacificamente. Gente povera fuori ma ricca dentro, che “studia tutta una vita per rimanere bambina”, come ci spiega Dev Gurung.
Ecco perché Caliento ha scelto di raccontare il Nepal attraverso storie di uomini, donne e bambini, prima che con i suoi paesaggi. E ci offre immagini colorate, dai forti contrasti, calde, cinematografiche… quasi da sembrare dipinti piuttosto che fotografie. Un percorso che farà viaggiare l’osservatore con la mente e con il cuore, attraverso delle immagini volutamente non titolate per dare la possibilità a chiunque di attribuirne un proprio significato, a seconda delle emozioni che gli susciteranno.