La scommessa del PD: rilanciare il partito per rilanciare il Paese

La Direzione nazionale del PD ha approvato, con un solo astenuto, l’iniziativa di Pierluigi Bersani per un governo di minoranza incentrato su 8 punti essenziali.

La proposta a sinistra diventa finalmente più chiara: ‘otto punti dai quali ripartire’, questa l’intenzione del segretario del Pd che lancia la sfida a tutti gli eletti in Parlamento, presentando un programma che focalizza la propria attenzione sulle maggiori criticità del nostro paese: crescita, riforme politiche, diritti, istruzione, corruzione, green economy e conflitto d’interesse.

“Da questa riunione, di ipotesi B non ne sono venute. E’ venuta una proposta di iniziativa A”, proposta la quale vuole essere una risposta a chi, negli ultimi giorni, aveva ipotizzato un possibile governissimo; e sempre per coloro che fossero saltati dalle sedie al solo pensiero di un governo dalla doppia B (Berlusconi-Bersani), saranno rassicurati dalle parole del segretario, il quale dichiara come siano ‘pronti a corresponsabilità istituzionali” ma sul governo non sono “praticabili” accordi politici con il centrodestra’. Una netta chiusura al PDL, che non esclude però un momento di riflessione, nel quale Bersani ammette gli errori commessi in campagna elettorale, sostenendo l’idea che ‘la rimonta della destra non è recupero del consenso ma è il frutto del mancato risultato nostro.’

Tuttavia le maggiori preoccupazioni del segretario, si rivolgono verso il rispetto del voto degli elettori, poichè ‘la governabilità non è solo avere i seggi sufficienti, ma è un rapporto tra istituzioni e società’, sottolineando l’atto di responsabilità dimostrato dal PD. Responsabilità che si concretizza con un programma, che sembrerebbe essere pensato per una possibile collaborazione con i grillini, anche se ciò non viene confermato dalle parole di Bersani, il quale risponde di non voler corteggiare Grillo. Il Leader del M5S ha peraltro sempre respinto una possibile apertura al partito di centro-sinistra. Adesso non rimane che che aspettare la contromossa di grillini e PDL, ambedue messi alle strette dalle ‘scelte in controtendenza, rispetto all’incapacità di riforme della politica’ di un partito che vuole rilanciarsi per poter rilanciare il Paese.

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