Educazione Siberiana di Gabriele Salvatores

Da oggi al cinema Educazione Siberiana il nuovo film del regista premio Oscar Gabriele Salvatores, ispirato all’omonimo libro autobiografico di Nicolai Lilin.

Di Gabriele Salvatores si è sempre apprezzato l’energia di mettersi continuamente in gioco e realizzare film molto diversi tra loro. Nonostante alcune costanti dei primi anni novanta, nel corso della sua carriera il regista ha accettato sfide che hanno reso il suo stile difficilmente inquadrabile in un solo genere. Educazione Siberiana esce a tre anni dalla commedia tutta italiana Happy Family. Accettare questa regia, fortemente voluta dai produttori Cattleya è stata una scelta nuova e coraggiosa, e dispiace che questo sia l’unico apprezzamento rivolto al film.

Educazione siberiana narra dell’amicizia di due ragazzini Kolima e Gagàrin, cresciuti nel sud della Russia durante gli anni della crisi dell’Unione Sovietica e sotto le regole e gli insegnamenti di nonno Kuzja, il capo della loro piccola comunità di “onesti criminali”. Mentre Kolima crede e rispetta i rigidi valori della comunità, Gagàrin si mostra più ribelle e proteso verso uno stile di vita più “occidentale”. Lo scontro tra clan e tra i due ragazzi legati da molto più di una semplice amicizia è lo specchio della globale collisione del loro Paese.

Salvatores tenta di dare spessore ai personaggi attraverso la figura di Xenya, interpretata da Eleanor Tomlinson. Il regista accenna ad un binomio sentimento-gelosia tra i protagonisti e la ragazza, ma nonostante questi sforzi il film poggia su una sceneggiatura inconsistente, pur essendo scritta da due maestri come Stefano Rulli e Sandro Petraglia (La meglio gioventù, Il ladro di bambini, ecc..). Nella prima mezz’ora regna confusione, il resto è un succedersi di scene prevedibili e banalità che suscitano addirittura qualche sorriso. Le musiche firmate da Mauro Pagani, sono massicce e sembrano a tratti ricordare jingle televisivi. Ad aumentare la debolezza del film è di sicuro il cast di quasi tutti attori esordienti, nel quale anche John Malkovich mostra poco del suo indiscusso talento. Le buone premesse di questo film purtroppo naufragano in quello che sembra un progetto sbagliato.

 

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