A chi piace vincere facile

All’Italia divisa tra Movimento 5 stelle, Berlusconi 5 volte e Pd (più centro che sinistra), è giustamente sfuggita l’ennesima macro-contraddizione del sistema calcio italiano. Una decisione insensata rischia infatti di aprire spiragli per una nuova eventuale pericolosissima catastrofe.

 

L’argomento è di quelli che da almeno trent’anni vanno per la maggiore, quando si parla di calcio malato. E cioè scommesse. L’agenzia Stanley Bet ha ottenuto la possibilità di quotare le partite di serie D (campionato nazionale dilettanti). Va detto che non tutti i match saranno quotati, solo quelli “di cartello”. Ma per molti il controsenso è lampante, e sta alimentando un vero e proprio polverone: mentre le procure di mezza Italia si danno da fare per portare alla luce il marcio di una pratica cancerogena (se esercitata illegalmente), il Palazzo espone al rischio un settore del calcio già di per sé poco controllato, e che tuttavia coinvolge migliaia di appassionati lungo tutto lo Stivale. Anche perché oggi la serie D è stracolma di cosiddetti nobili decaduti, con un bacino di tifosi non trascurabile.

Molti professionisti non sono riusciti a resistere alla tentazione di vendersi per arrotondare il proprio stipendio. Riusciranno i dilettanti – che guadagnano poco più di un operaio, che giocano lontano da riflettori e prime pagine – a tapparsi le orecchie dinanzi alle sirene di una quotazione particolarmente favorevole? Questo il dubbio principale dei pessimisti. Quel che è certo, comunque, è che ancora una volta lo sport e la passione dei tifosi non sono tutelati. E c’è chi comincia ad avvertire nuovamente tra le natiche il fastidio di un presentimento già noto.

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