Strasburgo: adozioni ai gay, ma è scontro in Italia
La Corte europea dei diritti umani ha stabilito il pieno diritto, nelle coppie omosessuali, per l’adozione dei figli dei compagni da parte dei partner. Questo sarà possibile in tutti quei Paesi che prevedono questa opzione per le coppie eterosessuali non sposate, garantendo la parità formale di qualsiasi tipo di relazione.
Il casus belli che ha portato la Corte ad affrontare questa tematica è stato il ricorso presentato da due donne austriache, una di loro madre di un bambino, che hanno rivendicato l’esercizio di questo diritto. La Corte ha inoltre sottolineato quanto questa decisione si muova verso i diritti dei figli, garantendone la tutela, e ha esteso i principi della sentenza a tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa. Non è il caso dell’Italia, in quanto Paese in cui l’adozione dei figli dei partner è permessa solo all’interno delle coppie sposate, ma – nonostante questo – non sono mancate le reazioni di forte dissenso da parte del mondo politico. In relazione all’adozione per le coppie omosessuali è stata secca la risposta di Pier Ferdinando Casini che ha dichiarato: <<Chi la vuole non voti Udc, io sto dalla parte dei bambini che hanno diritto a una paternità e una maternità, noi difenderemo in Parlamento e nel Paese la nostra identità cristiana>>. <<Sarò anche conservatore – ha rincarato il leader dell’Udc – ma per me la vera famiglia è quella formata da uomo e donna: sono per il matrimonio tra uomo e donna, non per quello tra gli omosessuali>>.
Sulla stessa linea di pensiero si è mosso il presidente al Senato del gruppo Pdl Maurizio Gasparri, sostenendo che <<chi difende i principi del diritto naturale deve contrastare con chiarezza e coraggio un orientamento che mina alle basi la vita della nostra società>>. Le repliche che guardano alla sentenza della Corte Europea con occhi positivi non si sono fatte attendere, andando a contrastare le posizioni dei politici di Udc e Pdl. Bondi ha infatti invitato l’opinione politica a non esprimere <<un giudizio generalizzato sulla base di preconcetti>>, precisando che l’adozione andrebbe considerata <<nell’esclusivo e prioritario interesse del minore, ritenendo che anche le coppie dello stesso sesso siano capaci di occuparsi del benessere dei figli>>.
Ed è in una nota dell’Arcigay che vengono espressi la soddisfazione per la decisione della Corte Europea e il rammarico per le divisioni nell’opinione pubblica italiana: <<La sentenza, – vi si legge – l’ennesima che arriva dalla democratica e vicina Europa, è un monito fermo ai partiti italiani ed indica l’unica strada da seguire su questi temi e cioè la totale parità tra i cittadini, etero o omosessuali che siano>>. Per l’Italia, dunque, il riconoscimento di questi diritti rimane una lontana ipotesi, diritti che sono ormai una prassi in numerosi Stati come Finlandia, Germania, California, New York, Washington, Scozia, Belgio e Inghilterra. Relegando ancora una volta il Bel Paese a fanalino di coda nella garanzia del principio di uguaglianza.
di Alessandra Corsini